Auto elettriche in Italia 2025: ancora così poche?

Crescono le immatricolazioni ma il mercato resta ancora fermo, mentre l’Europa corre e l’Italia resta indietro senza risposte concrete

Auto elettriche in Italia 2025: ancora così poche?

Anche se vi è stata una crescita delle immatricolazioni nel 2025, la situazione delle auto elettriche in Italia continua a destare parecchia preoccupazione. A fine maggio le BEV circolanti erano 313.199, cifra quasi irrilevante se confrontata con un parco auto che supera i 40 milioni. La quota elettrica resta minuscola, quasi invisibile tra i tanti modelli venduti. Intanto, l’età media delle vetture in strada tocca i 13 anni, segno di un sistema arretrato e ancorato al passato, attaccato a veicoli inquinanti. Anche se a maggio sono state immatricolate 7.134 auto elettriche, con un aumento del 40% rispetto al 2024, il distacco dagli altri Paesi europei appare incolmabile. Davvero basta una piccola crescita per parlare di svolta? No, per niente. Si sperava che le elettriche a questo punto sarebbero state molte di più.

Un mercato europeo irraggiungibile e i bonus per le auto elettriche

Mentre l’Italia arranca, l’Europa viaggia veloce nella transizione verso le auto elettriche. In Francia le auto elettriche hanno raggiunto una quota del 18,5%. In Germania il dato è simile. Il Regno Unito ha superato il 20%, mentre Belgio e Olanda hanno toccato cifre record del 32,5% e 34%. L’Italia? Ferma al 4,8%. Troppo poco per pensare a una vera transizione. Eppure, il potenziale esiste. Modelli più accessibili iniziano a farsi largo tra le opzioni dei consumatori. Che cosa manca allora? Incentivi efficaci e disponibili subito. Aspettare ancora vuol dire bloccare un mercato già fragile.

Il Governo, nel frattempo, ha annunciato nuovi bonus per le auto elettriche. Una scelta strategica, secondo Motus-E, per evitare di disperdere risorse inutilizzabili del PNRR. Il problema? Il tempo. Se gli incentivi tardano, il mercato si congela. È già successo. Nel 2024 l’attesa dell’Ecobonus aveva quasi azzerato le vendite per settimane. Adesso si rischia lo stesso cortocircuito. Fabio Pressi, presidente di Motus-E, ha sottolineato quanto sia fondamentale agire in fretta. Gli utenti più fragili potrebbero finalmente accedere a un’alternativa sostenibile. Ma senza rapidità, anche questo spiraglio potrebbe chiudersi. Si può davvero permettere il Paese di rinunciare ancora a un futuro elettrico?

 

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