Immagina una scena da film di fantascienza: un veicolo robotico, basso e compatto, si fa strada da solo tra le macerie di un villaggio bombardato, evitando ostacoli, trasportando rifornimenti o magari portando in salvo un ferito. Solo che non è un film — è il presente, e questo piccolo protagonista si chiama HORNET.
LiDAR e IA per sopravvivere al caos: il segreto del drone HORNET
Progettato dall’azienda ceca LPP Holding, HORNET è un drone terrestre autonomo pensato per affrontare i compiti più rischiosi nei contesti militari. Non ha bisogno di essere telecomandato: si muove da solo, calcola il percorso migliore, evita ostacoli, e riesce persino a trovare la strada giusta in luoghi dove il GPS non funziona, magari perché bloccato da interferenze o da azioni di guerra elettronica. E tutto questo mentre trasporta fino a 350 chili di materiale. Non male per un “robottino” di nemmeno tre metri.
Ma cosa rende davvero interessante HORNET? Prima di tutto, la sua autonomia totale. È alimentato da un motore ibrido elettrico, il che lo rende anche più silenzioso rispetto ad altri veicoli militari. E grazie a una combinazione di sensori intelligenti, come il LiDAR (una specie di radar a luce), sistemi inerziali e riconoscimento del terreno, riesce a orientarsi in tempo reale anche in ambienti completamente sconosciuti.
Le sue modalità di navigazione lo rendono ancora più versatile: può seguire un soldato in modalità “Follow Me”, tornare alla base da solo oppure spostarsi tra diversi punti impostati in anticipo. In pratica, un perfetto assistente sul campo, sempre operativo e senza bisogno di dormire.
E pare che le forze armate ucraine abbiano già messo gli occhi su di lui. Del resto, LPP Holding ha già testato altri sistemi in Ucraina, e HORNET potrebbe diventare parte di una squadra ancora più ampia di droni offensivi e veicoli autonomi che lavorano insieme. L’idea è chiara: togliere i soldati dalle situazioni più pericolose e lasciare che siano le macchine a gestire logistica e supporto sul campo.
Rispetto a modelli simili, come il THeMIS estone o il Mission Master della tedesca Rheinmetall, HORNET ha un asso nella manica: funziona anche quando le comunicazioni sono compromesse. Un vantaggio enorme in guerra, dove le linee di rifornimento sono spesso il primo bersaglio.
Insomma, HORNET non è solo un altro robot militare: è un esempio concreto di come l’intelligenza artificiale stia cambiando il modo in cui si combattono le guerre. E anche se non è ancora ufficialmente sul campo, il suo arrivo potrebbe davvero rivoluzionare il modo in cui immaginiamo — e affrontiamo — i conflitti moderni.