Google si prepara ad attuare una modifica che, in apparenza, potrebbe sembrare “marginale”, ma che invece potrebbe cambiare profondamente l’esperienza quotidiana degli utenti Android. Di cosa si tratta ? Ebbene, la scheda “Consigliati”, che finora occupava la posizione principale all’interno delle impostazioni dei ServiziGoogle, non sarà più la scelta predefinita. Questa novità arriva senza annunci clamorosi, ma rivela una direzione ben precisa che il colosso di Mountain View ha deciso di intraprendere. Il desiderio, è quello di dire addio agli automatismi per dare più spazio all’intervento diretto dell’utente. L’azienda così, sembra voler dare un segnale chiaro, ovvero che la personalizzazione sta diventando una priorità reale!
Google introduce una nuova interfaccia per un utente più consapevole
Ma vediamo meglio cosa cambierà. La sezione “Tutti i servizi”, spesso nascosta dietro suggerimenti e filtri automatici, dovrebbe prendere il posto di quella consigliata. Ciò consentirà alle persone di accedere direttamente a tutte le opzioni disponibili, senza passare attraverso una selezione fatta da algoritmi. Tale cambiamento non è ancora attivo su tutti i dispositivi, ma risulta già visibile su alcune versioni beta. È probabile quindi che l’aggiornamento venga introdotto in maniera graduale, come spesso accade per le modifiche all’interfaccia.
Fino ad oggi, l’impostazione predefinita forniva un approccio guidato, in cui l’utente si trovava davanti a una selezione di opzioni ritenute utili o pertinenti. Ma in un contesto digitale sempre più sensibile al tema della privacy e della trasparenza, cresce il desiderio di poter decidere autonomamente quali funzionalità gestire. Questo aggiornamento riflette quindi un cambio di filosofia da parte di Google. Meno controllo da parte dell’intelligenza artificiale, più libertà per l’ individuo e le sue scelte personali.
La modifica, apparentemente tecnica, tocca un aspetto fondamentale del rapporto tra utenti e tecnologia, la fiducia. Permettere un accesso diretto alle impostazioni può aiutare a rafforzare il legame tra piattaforme e i suoi utilizzatori, rendendo l’interazione decisamente diversa e più coinvolgente. In più è anche una risposta alle critiche rivolte negli ultimi anni a chi, come Google, gestisce grandi quantità di dati personali.