Doudna è il nuovo supercomputer AI presentato negli USA

Negli Stati Uniti è stato presentato il nuovo supercomputer Doudna. Ideato per l'intelligenza artificiale e la ricerca scientifica.

Doudna

Il Dipartimento dell’Energia statunitense ha appena svelato un piano ambizioso che potrebbe ridisegnare la mappa mondiale del calcolo scientifico. Secondo quanto riportato,  entro il 2026 entrerà in funzione un supercomputer chiamato Doudna, tributo alla biochimica Jennifer Doudna, pioniera della tecnica CRISPR. La scelta del nome evidenzia fin da subito l’intenzione di intrecciare biologia d’avanguardia e capacità di elaborazione fuori scala. Sottolineando quanto le scoperte nei laboratori di genetica e i progressi nell’intelligenza artificiale stiano ormai marciando nella stessa direzione. La macchina sorgerà al Lawrence Berkeley National Laboratory di Berkeley, in California. La sua realizzazione è stata affidata a Dell Technologies in collaborazione con Nvidia. Tale decisione rappresenta un cambio di rotta importante. L’amministrazione punta a catturare il meglio che il mercato ha già sviluppato per l’AI, piuttosto che commissionare soluzioni completamente su misura.

Doudna: dettagli tecnici relativi al nuovo dispositivo

Sul fronte hardware, il supercomputer abbandonerà i tradizionali processori x86 di Intel o AMD. Per poi adottare un’architettura ibrida formata da CPU Arm di nuova generazione e dai futuri GPU Rubin di Nvidia. Tale combinazione promette non solo una potenza di picco almeno dieci volte superiore a quella dell’attuale sistema più veloce in dotazione al laboratorio californiano. Ma soprattutto un salto di qualità in termini di modularità, efficienza energetica e flessibilità. Ciò rende il progetto un modello replicabile.

Il supercomputer presenterà una doppia anima. Da un lato, offrirà elaborazioni ad alta precisione per la scienza tradizionale. Dall’altro, sarà in grado di macinare calcoli a bassa precisione, fondamentali per l’addestramento di modelli di intelligenza artificiale di grande scala. Ciò senza sacrificare prestazioni o efficienza. Tale mix lo rende ideale per progetti che spaziano dalla modellazione di reattori a fusione alla simulazione di campi geotermici. Passando per l’ottimizzazione di algoritmi quantistici e lo studio di terapie genetiche di nuova generazione. Il nuovo supercomputer rappresenta il banco di prova di una strategia che punta a coniugare innovazione, ricerca e interessi pubblici in un unico ecosistema ad alte prestazioni.

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