Fino a qualche tempo fa, l’idea che Alexa potesse leggerci articoli del New York Times sembrava uscita da un film di fantascienza. E invece eccoci qui: Amazon e il NYT hanno appena firmato un accordo pluriennale che potrebbe cambiare il modo in cui accediamo alle notizie – e non solo.
Amazon e New York Times, l’alleanza strategica per il giornalismo AI
Cosa significa concretamente? Che Amazon potrà usare contenuti della storica testata americana nei suoi prodotti – tipo Alexa, appunto – ma anche per allenare i suoi modelli di intelligenza artificiale. Parliamo di articoli, riassunti, e perfino ricette da NYT Cooking o notizie sportive da The Athletic. Insomma, una fetta consistente della produzione editoriale del Times finirà dritta nei circuiti dell’AI di Amazon.
I dettagli economici non sono stati divulgati (e non ci aspettavamo di leggerli nella nota stampa), ma quello che è emerso chiaramente è la volontà, da entrambe le parti, di trovare un equilibrio: da un lato la spinta tecnologica di Amazon, dall’altro la difesa del giornalismo di qualità da parte del Times. Meredith Kopit Levien, CEO della testata, ha detto che questa scelta è in linea con l’idea di tutelare il valore delle notizie anche nel mondo digitale, dove ogni contenuto sembra “gratis”, ma gratis non è mai davvero.
Curioso, se pensiamo che lo stesso New York Times, poco tempo fa, aveva portato in tribunale OpenAI e Microsoft per aver usato (senza permesso) milioni di articoli. Ma forse, proprio da quella battaglia è nata l’idea di fare le cose diversamente: non più solo causa e conflitto, ma anche collaborazione, purché ci siano regole chiare.
Per alcuni, questa mossa può sembrare un “compromesso”. Per altri, è semplicemente un modo intelligente per portare i contenuti del Times a un pubblico più ampio, magari meno incline a leggere il giornale, ma più abituato a chiedere ad Alexa cosa sta succedendo nel mondo.
E poi, c’è da dire che il NYT non è solo: altre grandi testate come News Corp., l’Associated Press o Axel Springer hanno già fatto accordi simili. Ma quando si muovono giganti come Amazon e il New York Times, beh… è difficile non prestare attenzione.