Il 1° gennaio 2026 segnerà l’inizio di una nuova fase per PosteMobile. L’operatore virtuale di proprietà di PostePay, passerà infatti ufficialmente sulla rete TIM, dopo anni di attività con Vodafone. La notizia è stata annunciata insieme alla presentazione dei risultati finanziari del primo trimestre 2025.
PosteMobile e TIM: un cambio di rete, ma anche una mossa strategica nel posizionamento del mercato
L’accordo formalizza una trattativa già emersa nei mesi precedenti e rappresenta un’evoluzione importante nel mondo delle telecomunicazioni italiane. La transizione riguarderà le SIM PosteMobile. Ad ogni modo non è ancora chiaro se il passaggio coinvolgerà sin da subito tutti i clienti o se sarà riservato inizialmente solo alle nuove attivazioni. È plausibile che sarà effettuato gradualmente, senza richiedere la sostituzione delle SIM esistenti, grazie allo status di Full MVNO di PosteMobile.
Il passaggio a TIM non è però un evento isolato. Anzi fa parte di un disegno strategico più ampio. PosteItaliane ha infatti deciso di investire direttamente nel suddetto operatore, acquisendo il 15% delle azioni da Vivendi. Sommando questa quota al 9,81% già ottenuto da Cassa Depositi e Prestiti in precedenza, Poste raggiungerà una partecipazione complessiva del 24,81% con diritto di voto, diventando il primo azionista del gruppo.
A tal proposito, l’ Amministratore Delegato Matteo Del Fante ha sottolineato l’importanza di tale investimento per favorire il consolidamento dell’intero mercato TLC nazionale. L’obiettivo dichiarato è quello di creare collaborazioni industriali nei settori della telefonia, dei servizi digitali, media, assicurativi, energetici e finanziari. La partnership tra Poste e TIM, infatti, potrebbe non limitarsi alla rete mobile. Al contrario sono già in corso valutazioni per estenderla ad altri ambiti strategici.
Nel frattempo, TIM si prepara a compensare la futura perdita del contratto con Fastweb, previsto in scadenza nel 2026, proprio con l’ingresso di PosteMobile nella sua rete. Insomma, sembra essere una soluzione vincente per entrambi i gruppi. Poiché consente a TIM di mantenere rilevanti volumi di traffico e a PosteMobile di avere maggiore controllo sulla qualità del servizio mobile offerto.