La 97ª edizione dei Premi Oscar è stata dominata da Anora, il nuovo film di Sean Baker, per alcuni definita una rivisitazione di Pretty Woman, comparazione che potrebbe anche starci se non fosse che c’è più bruta realtà che romance. Nessun Richard Gere che sale la scala antincendio per la protagonista. La pellicola ha conquistato ben cinque statuette, tra cui miglior film e miglior regia. La giovane protagonista Mikey Madison ha vinto il premio come miglior attrice, superando a sorpresa nomi come Demi Moore, che sembrava destinata a trionfare. La serata è stata condotta da Conan O’Brien, il quale ha stemperato la tensione con battute leggere su Netflix e Amazon, e qualche frecciatina all’attualità. Ma perché proprio Anora ha stregato l’Academy? La risposta non è semplice, come ogni anno. Forse il merito è di una storia che riesce a parlare a tutti, toccando corde universali. Forse è merito della regia di Baker, capace di trasformare una specie di fiaba moderna alla cenerentola in qualcosa di più umano e molto più profondo. Sta di fatto che il pubblico si è lasciato trascinare dall’intensità della narrazione e dalla forza viscerale di una protagonista che incarna il sogno e il riscatto.
Delusione italiana e per Demi Moore
Se da un lato Anora ha portato a casa tutto, dall’altro c’è chi ha dovuto fare i conti con la delusione. Demi Moore, che alla vigilia degli Oscar era considerata tra le favoritissime per la sua interpretazione in The Substance, è stata clamorosamente superata dalla giovane Mikey Madison. Una sconfitta che ha lasciato molti senza parole e che stranamente ricorda la storia di fondo di The Substance anche se senza “pozioni” o scene macabre. Demi era pronta a tornare sul palco dopo anni, e invece, la statuetta le è sfuggita di mano. Ma la delusione più grande è stata per l’Italia, rimasta senza premi. Isabella Rossellini, candidata come miglior attrice non protagonista per Conclave, ha visto il premio sfuggire a favore di Zoe Saldaña, premiata per Emilia Pérez. Neanche la scenografa Cynthia Sleiter, nominata per il lavoro su Conclave, è riuscita a spuntarla. Un’altra occasione mancata per l’Italia. Quanto ancora dovremo aspettare per vedere il nostro cinema risplendere a livello internazionale agli Oscar?
Momenti di riflessione e il peso della politica nella notte degli Oscar
Non sono mancati i momenti di riflessione politica. Adrien Brody, premiato come miglior attore per The Brutalist, ha dedicato il suo discorso alla lotta contro il razzismo e l’antisemitismo. Anche Zoe Saldaña ha fatto vibrare il Dolby Theatre ricordando le radici di emigrazione della sua famiglia. La politica è entrata di prepotenza nella serata degli Oscar, con il grido di Daryl Hannah: “Slava Ucraina!”. C’è stato spazio anche per i dubbi, come ogni anno. Emilia Pérez, che un mese fa sembrava destinato a vincere tutto con le sue 13 nomination, è caduto vittima di polemiche, portando a casa solo due statuette. Intanto, il Brasile ha festeggiato il premio come miglior film straniero con Io sono ancora qui, mentre The Brutalist ha concluso la serata con tre premi.