martedì, Febbraio 11, 2025
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Copyright e intelligenza artificiale: chi è davvero l’autore?

di Margherita Zichella
2 Minuti lettura

Le opere generate interamente dall’AI non possono avere copyright, ma resta tutelata la creatività umana quando l’AI è solo uno strumento.

Il Copyright Office degli Stati Uniti ha chiarito un punto fondamentale: le opere generate interamente dall’intelligenza artificiale non possono essere protette dal diritto d’autore. Il motivo? L’output finale non è frutto della creatività di chi ha scritto il prompt, ma di un sistema automatizzato che interpreta e rielabora in modo indipendente. In pratica, anche se si forniscono istruzioni dettagliate, il risultato non può essere considerato proprietà dell’utente, perché manca il controllo diretto sull’espressione artistica.

 

Niente copyright per l’AI

Questo non significa che le cose non possano cambiare in futuro. Se la tecnologia dovesse evolversi al punto da permettere un controllo molto più preciso sull’output, potrebbe aprirsi la possibilità di riconoscere una maggiore paternità creativa. Ma al momento, l’AI si prende troppe libertà nel processo di generazione, e questo basta per escluderla dalla protezione legale. Anche le aziende che sviluppano questi sistemi non possono rivendicare il copyright, perché la legge richiede espressamente un autore umano.

Tuttavia, c’è una distinzione importante da fare: se l’intelligenza artificiale è usata come strumento e non come unica fonte creativa, la protezione del copyright può restare valida. Per esempio, se un illustratore realizza un disegno a mano e poi aggiunge alcuni dettagli con strumenti AI, l’opera rimane tutelata, a patto che il contributo umano sia evidente. Non si può invece proteggere la parte generata esclusivamente dall’AI.

E i progetti più ibridi? Un fumetto con testi scritti da una persona e immagini create dall’intelligenza artificiale, per esempio, potrebbe essere protetto nel suo insieme, anche se le singole immagini no. Stesso discorso per chi prende un’immagine AI e la modifica: il Copyright Office suggerisce di valutare caso per caso, perché la situazione è simile a quella delle opere derivate, con la differenza che manca un autore umano all’origine.

Insomma, la questione è tutt’altro che chiusa. L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il mondo creativo e, inevitabilmente, anche il modo in cui le opere vengono riconosciute e protette. Il diritto d’autore dovrà adattarsi, ma per ora una cosa è certa: senza un tocco umano, niente copyright.

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