Provate a pensare ad un futuro prossimo in cui gli astronauti potranno lavorare sui veicoli spaziali nello spazio senza dover tornare sulla Terra. È proprio questo l’obiettivo che si è prefissato un ingegnere dell’Università di Glasgow in Scozia, il dottor Gilles Bailet. È stato lui a creare una stampante 3D tutta nuova che serve proprio per funzionare in assenza di gravità.
Una nuova tecnologia per il futuro dell’esplorazione spaziale
La stampante 3D sviluppata da Bailet utilizza materiali granulari invece dei tradizionali filamenti. Questa scelta non è casuale: i materiali fluidi, infatti, sono difficili da gestire in condizioni di microgravità. Utilizzando questo nuovo tipo di materiali, si può avere un trasporto e un deposito molto più semplice e preciso. Sarebbe questo infatti a garantire la creazione di strutture molto complesse anche nello spazio.
I test stanno andando avanti e hanno registrato già i primi successi.ci sono stati infatti dei voli parabolici che l’Agenzia Spaziale Europea ha organizzato per simulare l’assenza di gravità. A tal proposito è stato utilizzato il cosiddetto e famoso aereo “cometa del vomito”.
“Vedere la stampante funzionare come previsto è stato emozionante”, ha dichiarato Bailet. Il prossimo passo sarà portare questa tecnologia direttamente nello spazio.
I vantaggi della stampa 3D nello spazio
Ovviamente i viaggi spaziali potrebbero essere rivoluzionate totalmente, includendo un motivo in più per diminuire i costi e soprattutto senza dover trasportare direttamente materiale già assemblato dalla Terra. In più, oltre alle nuove opportunità scientifiche, si guadagnerebbe insostenibilità e soprattutto in maggiore flessibilità, con gli astronauti che in base alla situazione potranno produrre ciò che gli occorre.
Inizialmente, questa tecnologia sarà utilizzata per produrre componenti come radiatori e antenne per veicoli spaziali. Tuttavia, il potenziale va ben oltre. Si parla di realizzare riflettori solari per catturare energia, antenne avanzate per migliorare le comunicazioni spaziali e persino laboratori farmaceutici orbitali per sviluppare farmaci innovativi.