processori

Taiwan ha preso una decisione che potrebbe far annichilire la Russia. A quanto pare, è stato deciso di non esportare più in territorio russo processori che siano superiori ai 25MHz.

Per chi non lo sapesse, i processori di 25Mhz erano quelli utilizzati ad esempio nell’Amiga 4000, modello iconico della serie Commodore amica. Parliamo degli anni ’90. Anche la prima PlayStation aveva un processore con più di 25MHz.

Di conseguenza, la crisi che Taiwan potrebbe causare alla Russia risulterebbe ben più grande rispetto alla nostra attuale. Questo è dovuto al fatto che la Russia, in questa situazione, andrebbe incontro ad una crisi dei semiconduttori pesante.

Inoltre, non è di certo la prima volta che vediamo lo Stato di Putin essere sopraffatto dalla scarsa presenza e dalla difficoltà di riuscirsi a procurare dei processori Intel e AMD.

 

 

Taiwan mette in ginocchio la tecnologia in Russia che può dire addio a processori funzionali

Taiwan, anche se le esportazioni non sono state bloccate completamente, ha deciso di imporre dei forti limiti a Russia e Bielorussia, facendole ritornare indietro di almeno 30 anni.

I microprocessori e i circuiti integrati per l’esportazione non potranno avere queste caratteristiche:

  • Performance superiori ai 5 Gigaflop o superiore o una ALU con accesso a 32 bit o superiori;
  • Un clock superiore ai 25Mhz;
  • Più di un bus di dati o una porta seriale che possa mediare la comunicazione esterna tra microcircuiti in parallelo ad un transfer di 2,5 MB/s;

Infine, la stangata finale: Taiwan non permetterà che vengano esportate verso Russia e Bielorussia apparati che siano capaci di generare anche solo astrattamente un qualsiasi tipo di tecnologia superiore alle specifiche sopraelencate.

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