L’aereo più grande al mondo, più lungo di un campo da football americano e con un’apertura alare di tre Boeing 747, ha completato il suo secondo volo di prova in California.

Costruito da Stratolaunch, l’aereo prende il nome di Roc. Ha un’apertura alare di 117 metri ed è alimentato da 6 motori Boeing 747. Pare sia l’ideale per trasportare e lanciare veicoli che vanno ben oltre l’immaginario comune. Durante le tre ore di volo di prova, Roc ha raggiunto un’altitudine di 4.267 metri e una velocità massima di 320 km/h. “Siamo molto soddisfatti di come si è comportato il velivolo”, ha dichiarato Zachary Krevor, chief operating officer di Stratolaunch.

L’aereo più grande al mondo decollato con successo, presentati i primi progetti per il futuro

Questo volo andato a buon fine è un passo nella giusta direzione per l’azienda fondata nel 2011 dal co-fondatore di Microsoft Paul Allen. Questo aereo gigantesco che può trasportare più di 220 tonnellate non ha effettuato il suo primo volo fino ad aprile del 2019, mesi dopo la morte di Allen. Con l’obiettivo iniziale di costruire un aereo per il lancio di satelliti a mezz’aria, i nuovi proprietari della società che hanno acquistato Stratolaunch nell’ottobre 2019, hanno alzato l’asticella. L’obiettivo è renderlo il mezzo di trasporto più potente mai realizzato. La società non ha escluso lanci di carichi utili, e potenzialmente persone, per eventuali missioni spaziali.

Il reporter del Washington Post, Christain Davenport, ha parlato nel suo libro Space Barons di un concetto noto come “Black Ice” ossia un veicolo simile a una navetta spaziale viene lanciato a metà volo dal più grande aereo del mondo. “Uno spazioplano – in grado non solo di portare satelliti in orbita, ma di rimanere in piedi per almeno tre giorni – che potrebbe essere lanciato praticamente da qualsiasi parte del mondo”, ha scritto Davenport sulla visione dell’azienda nel suo libro. Una realtà che sembra sempre più vicina.

Articolo precedenteVaccini Covid-19: nei malati di cancro sono meno efficaci
Articolo successivoChernobyl: una novità inaspettata per la città fantasma