chernobylDal giorno dell’esplosione nucleare dell’impianto di Chernobyl sono ormai passati più di trent’anni. Benché le zone limitrofe alla centrale siano ancora soggette a radiazioni cancerogene la vita sta tornando ad espandersi. Ma la zona della centrale nucleare costituisce un unicum non solo per la tragedia di cui è stata teatro. In virtù dei rischi per la salute infatti è diventata una delle poche zone in Europa dove la presenza dell’uomo è praticamente nulla.

Questo offre la possibilità di osservare piante e animali in un contesto di quasi assoluta libertà. Proprio in tal senso si può leggere la particolare presenza di alcune mandrie di mucche che nel corso degli ultimi 34 anni hanno iniziato a inselvatichirsi. Un avvenimento che offre la possibilità di analizzare i loro comportamenti in un ambiente diverso dal classico pascolo di creazione umana.

Le mucche selvatiche di Chernobyl

 

A imbattersi in queste mandrie i dipendenti della Chernobyl Radiation and Ecological Biosphere Reserve, che non hanno anche evidenziato i comportamenti peculiari. Queste mandrie infatti originariamente erano allevate nelle fattorie vicine alla centrale nucleare; dopo l’esplosione, sono state costrette ad adattarsi a uno stile di vita più selvatico.

Interessante analizzare come queste mandrie sembrino avere anche una struttura sociale ben definita. I cuccioli ricevano la protezione del resto del branco; a tal fine si posizionano nella parte più interna del gruppo. Per quanto riguarda invece i giovani tori, questi non vengono cacciati dal membro dominante; il motivo probabilmente sta nell’esigenza di poter garantire una maggiore protezione alla mandria in caso di attacchi.

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