lunaLa corsa alla Luna, inutile negarlo, alla fine degli anni 60 rappresentava il simbolo del potere tecnologico degli Stati Uniti d’America; lo sbarco sul satellite ha sancito la supremazia della tecnologia americana sulle dirette concorrenti come Cina e Unione Sovietica. Benché ancora alcuni irriducibili continuino a dubitare dell’effettivo sbarco della ciurma dell’Apollo 11 guidata da capitano Neil Armstrong; l’evento ha segnato in modo decisivo più di mezzo secolo di ricerca scientifica e giochi politici.

Oggi, dopo l’ultimo sbarco avvenuto nel 1976, sembra che il satellite terrestre sia tornato al centro delle mire espansionistiche delle superpotenze mondiali. Sembrerebbe infatti che la Cina sia pronta a riprendere la corsa verso il satellite, ufficialmente con una serie di missioni per la raccolta di materiale lunare da spedire sulla terra al fine di svolgere nuove analisi sulla composizione della superficie lunare.

Luna: la corsa al satellite potrebbe essere solo un trampolino di lancio

 

La missione avrebbe come obiettivo principale quella di analizzare materiale lunare nella zona chiamata Oceanus Procellarum, zona ancora inesplorata. L’Oceanum Procellarum è un’enorme distesa vulcanica da cui si potrebbe scoprire con una certa precisione fino a che età i vulcani abbiano continuato la propria attività e quando si dissolse il campo magnetico.

Tuttavia la nuova corsa alla luna nasconde un obiettivo molto più grande. Le mire espansionistiche di paesi come Cina, USA e Russia sono indirizzate verso la colonizzazione di Marte. Il pianeta rosso infatti rappresenta l’ultima frontiera della corsa allo spazio da quando Elon Musk ha dichiarato di volerlo raggiungere entro il 2050.

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