Grafene: dopo le mascherine, spiegate le sue utili funzioni per il futuro

La grafite fu scoperta nel 1500 e permetteva, in Inghilterra, di marchiare le pecore – racconta Vittorio Pellegrini, Direttore dei Graphene Labs dell’Istituto Italiano di Tecnologia –. E’ un minerale a base di carbonio con una struttura a libro costituita da tanti fogli di atomi di carbonio disposti a geometria esagonale”. Andrej Gejm e il suo studente Konstantin Novosëlov, nel 2004 iniziarono uno studio durato anni per cercare di estrarre i cristalli sottili del grafene dalla grafite. Ciò portò ai due scienziati nel 2010, il Premio Nobel per la Fisica, e la conseguente scoperta delle proprietà del singolo foglio di grafene. Quali funzioni porterà questo nel futuro?

Grafene: le parole di Vittorio Pellegrini

“L’applicazione più importante e d’impatto sarà nel settore delle batterie e sistemi di immagazzinamento dell’energia. Oltre ad essere flessibile, è un ottimo conduttore elettrico e di ioni litio. In 4/5 anni si potrebbero fare batterie al grafene per auto elettriche, che avranno autonomia di 600 km invece di 100 o 200. Questo materiale potrà anche velocizzare i tempi di ricarica, una delle maggiori esigenze del mercato” ha dichiarato Pellegrini.

Ha poi aggiunto: “Senza dubbio l’intelligenza artificiale potrà aiutare sempre di più a scoprire nuovi materiali. A insegnarlo è la storia degli Elpasoliti, cristalli bianchi fatti da quattro elementi chimici, e che si chiamano così perché sono stati trovati in natura a El Paso. A partire da questi cristalli, un gruppo di scienziati ha utilizzato un software in grado di combinare quattro elementi chimici tra di loro. Così da formare tutti i cristalli possibili: ne sono risultati 2 milioni di forme di cristalli diversi.

Con metodi di machine learning, poi, hanno scoperto che solamente 90 di questi possono essere stabili alle normali condizioni ambientali, e se esistono davvero, sono ancora sconosciuti all’uomo,”. Ovviamente ciò non sostituirà il lavoro degli scienziati: “La capacità computazionale dell’uomo che genera onde di creatività è inarrestabile, l’AI aiuta l’uomo, ma non lo sostituisce”.

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