Secondo un rapporto dell’Institute for Strategic Dialogue, Telegram sta diventando il social prediletto della supremazia bianca. Sono in aumento i gruppi che organizzano apertamente azioni violente contro i neri sfruttando il noto social media.

Telegram è un’app di messaggistica crittografata, simile a Signal, una delle alternative a WhatsApp. Il rapporto, condiviso con la CNN, afferma che i suprematisti bianchi stanno usando oltre 200 gruppi sulla piattaforma per combattere le minoranze e i manifestanti del BlackLivesMatter. L’ISD ha analizzato oltre un milione di post su Telegram nei canali coinvolti, ciascuno con una media di 1773 membri. Tra i contenuti condivisi: come produrre pistole, elogi per i genocidi, elenchi di terroristi e così via. Alcuni utenti incoraggiano l’invio di regali o lettere ai terroristi.

Questi canali sono spesso interconnessi, gruppi di scorta, come se fossero una sorta di backup. Alcuni ritengono che il capitalismo dovrebbe essere incoraggiato più di quanto lo sia attualmente al fine di generare un cambiamento sociale. L’autore dello studio Jakob Guhl afferma: “Ci sarà un crollo della società che alla fine porterà a una guerra razziale attraverso la quale i bianchi saranno vittoriosi e in grado di stabilire uno stato etnografico bianco”.

Telegram e supremazia bianca: oltre 200 gruppi che incitano alla violenza

L’ISD ritiene che Telegram non stia riuscendo a far rispettare le proprie politiche in alcun modo. Tra revenge porn e contenuti di questo genere, continuano ad accumularsi i fallimenti della piattaforma. Joshua Fisher-Birch, analista di ricerca del Counter Extremism Project (CEP), ha dichiarato alla CNN che “Non agendo, nonostante questi canali siano palesemente sostenitori della violenza, Telegram non è disposto a prendere una posizione poiché a suo vantaggio”.

Telegram ha dichiarato: “Telegram è una piattaforma neutrale utilizzata sia da sostenitori del BlackLivesMatter che dai loro avversari, sia da migliaia di altri movimenti politici in tutto il mondo. La nostra missione è sostenere la privacy, la libertà di parola e lo scambio pacifico di idee. Il richiamo alla violenza non è benvenuto sulla nostra piattaforma.” Attendiamo ulteriori dichiarazioni che chiariscano quest’ultime così contraddittorie.

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