fisco-tasse-creditoEsistono tre casi che legittimano il Fisco Italiano a procedere in direzione del pignoramento dei conti correnti e di altri sistemi di accumulo finanziario. Il prelievo forzato del credito avviene in presenza di determinate circostanze legiferate con apposita ordinanza definita dall’Ente di Riscossione Crediti altrimenti noto come Agenzia delle Entrate. L’utente ha un tetto massimo di 60 giorni per procedere alla regolarizzazione dei conti prima che le misure atte a prevenire le frodi entrino in vigore. Ecco cosa succede.

 

Fisco: nuovo sistema anti frode prevede l’azzeramento ed il congelamento dei conti correnti

Fino a non molto tempo fa era possibile ricorrere all’intervento di un giudice mediatore nell’ipotesi di contenzioso finanziario con gli agenti del Fisco. La disputa sulle tasse prevedeva quindi un iter burocratico più complesso. Oggi le cose sono nettamente cambiaste in quanto l’Ente per la Gestione Finanziaria agisce direttamente con il cliente rivalendosi su esso nel caso in cui vi siano tali presupposti:

  • saldo negativo: si verifica nel momento in cui la somma richiesta supera la liquidità complessiva disponibile. L’uso di tale conto è reso impossibile dal fatto che ogni accredito verrebbe pignorato automaticamente.
  • conto con saldo nullo: In tal caso la somma utile a risanare il debito è pari alla somma complessiva disponibile.
  • saldo superiore al debito: il conto rimane attivo e viene prelevata la cifra richiesta per onorare il debito contratto.

Resta un fatto che il debitore non potrà accedere al conto per effettuare operazioni di alcun tipo. Conto che passerà sotto ispezione da parte delle autorità competenti che avranno il compito di definire l’ammontare del pagamento da ricevere secondo uno degli schermi precedenti.

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