Dal 31 dicembre del 2019 ha iniziato man mano a diffondersi il Coronavirus, parola derivata dal termine latino “corona” proprio per la forma del virus visibile al microscopio elettronico. Essa presenta una frangia di grandi proiezioni superficiali bulbose che ricordano una corona reale o solare. Il virus presenta sintomi quali febbre, stanchezza e tosse secca ma anche indolenzimento e dolori muscolari, naso che cola, mal di gola o diarrea. Si diffonde a macchia d’olio giungendo in tutta Europa e arrivando persino nei paesi produttori di petrolio. Secondo quanto registrato dal settimanale bollettino di Figisc e Anisa Confcommercio (la Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti) dovrebbe arrivare un ulteriore calo del costo arrivando a 0,5-0,7 centesimi di euro al litro. In questo modo il prezzo medio della benzina è stato portato a 1,472 euro per il diesel e 1,580 euro per la benzina.

Coronavirus: crisi generale

Ma il virus non ha colpito solo il petrolio. La psicosi prodotta dai media ha portato diverse imprese alla chiusura quali ristoranti e negozi cinesi, negozi, punti vendita. Questa è persino arrivata a toccare la produzione di Starbucks, Toyota e via dicendo. Come scrive Business Insider, riportando le parole di Filippo Fasulo, direttore del Cesif (centro studi per l’impresa della Fondazione Italia Cina), bisogna aspettarsi un calo dei consumi e meno produttività. In particolare, a rischiare maggiormente, sono i settori legati alla meccanica strumentale, chimica, tessile e abbigliamento, fino all’alimentare.

Le regioni più a rischio sono Emilia Romagna, Lombardia e Toscana. 

Non ci resta che sperare continuando a vivere con le giuste preucazioni!

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