golden power

Abbiamo imparato il termine Golden Power quando il Governo Gentiloni lo esercitò per fermare la scalata di Vivendi al colosso TIM nel 2017, mentre due anni dopo durante il primo mandato del premier Giuseppe Conte fu esteso alla tecnologia cinese sul fronte del 5G. Il D.L. 21/2012definisce infatti l’ambito oggettivo e soggettivo, la tipologia, le condizioni e le procedure di esercizio da parte dello Stato dei cosiddetti “poteri speciali”, attinenti alla governance di società operanti nei settori della difesa e della sicurezza nazionale ovvero in settori considerati comunque strategici.”

Per fare il punto della situazione, gli stessi servizi segreti italiani diretti da Gennaro Vecchione confermano che il Golden Powerè nato in risposta a un’impellenza contingente: rendere compatibile con il diritto europeo la disciplina nazionale di poteri speciali del governo per scongiurare una infrazione” delle norme Ue.

 

5G: cos’è il Golden Power e come viene usato dal Governo

L’estensione della giurisdizione di questo potere alle telecomunicazioni e al 5G in particolare è solo un naturale adattamento alle nuove esigenze e scenari politico-economici che si stanno aprendo nel rapporto con altre realtà diverse dall’UE. In questo ambito, come ricorda Vecchione, “la sicurezza nazionale non può mai essere data per scontata o per acquisita. È una conquista quotidiana e impone che la guardia sia sempre alta e lo sguardo sia sempre lungo“.

Dunque, l’obiettivo del golden power è arginare fondi sovrani o nazioni che puntano a impossessarsi di tecnologie chiave in settori strategici come il 5G comprando le società che li producono. Non è da confondere con una sorta di protezionismo ante litteram o come metodo per alterare il libero mercato, quanto piuttosto uno strumento che controlla la direzione d’infrastrutture di rilevanza strategica nazionale in settori come l’energia, i trasporti e appunto le telecomunicazioni.

In materia, la Commissione europea ha evidenziato come la libera circolazione dei capitali e l’apertura dell’economia europea all’investimento diretto straniero non sono regole senza eccezioni. Più che altro è opportuno che per esigenze di sicurezza, di ordine pubblico e per motivi economici, l’Europa possa competere con fondi sovrani e stati esteri con strumenti adatti a contenere strategie di controllo.

Il braccio di ferro sul 5G tra USA e Cina ha dimostrato che certi Paesi possano operare non solo contro il vantaggio tecnologico, ma anche contro la sicurezza e l’ordine pubblico dell’Unione Europea. In questo ambito i servizi segreti hanno un ruolo di supporto fondamentale ai governi, soprattutto nel rendere quanto più informato e consapevole possibile l’esecutivo nell’intraprendere le opportune contromisure.

FONTEAGI
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