marte-coltivazioni

Quando pensiamo a Marte è facile immaginarlo unicamente come un pianeta arido e brullo, in realtà non è del tutto vero. Un recente studio ha evidenziato che alcune colture potrebbero effettivamente essere produttive anche sul Pianeta Rosso. Tra questi troviamo quinoa, piselli, pomodori e rucola, non sarebbe invece possibile coltivare gli spinaci.

Ovviamente il terreno prima di piantare dovrà essere adeguatamente preparato e concimato con residui vegetali. A condurre gli studi sono stati gli scienziati della Wageningen University & Research, in Olanda. Questi hanno simulato il terreno marziano basandosi sulle rilevazioni effettuate dalle storiche sonde Viking.

Inoltre gli studiosi hanno provato la coltivazione anche nella regolite lunare, ma non avrebbe dato gli stessi risultati di Marte. Vediamo quindi insieme quali piante potremo portarci durante la nostra futura colonizzazione del pianeta.

Marte: coltivare è possibile, ecco le novità

Marte permetterebbe di coltivare moltissime piante che crescono sul nostro pianeta. La scoperta effettuata dagli scienziati della Wageningen University ha evidenziato la possibilità di far crescere rucola, ravanelli, pomodori, segale, quinoa, erba cipollina, piselli e porri. Per favorire la crescita è stato preparato il terreno marziano con alcuni fertilizzanti a base di materia organica.

Per ottenerla si sono raccolti gli scarti di alcuni raccolti precedenti cresciuti sul suolo terrestre. I ricercatori sono rimasti soddisfatti di fronte alla possibilità di coltivare su Marte e sulla Luna e hanno prontamente verificato la commestibilità dei prodotti ottenuti. Tutte le coltivazioni hanno dato origine a frutti analoghi a quelli che crescono sul nostro pianeta, ad eccezione degli spinaci.

Si tratta di una scoperta senza precedenti che apre nuove porte ed infinite possibilità. Una volta che le coltivazioni saranno realmente portate sul pianeta dovranno probabilmente essere inserite in un ambiente chiuso, onde evitare contaminazioni da radiazioni cosmiche. Il contenuto dell’esperimento olandese è stato pubblicato solo oggi su Open Agricolture, nonostante sia durato svariati anni.

FONTEfocus.it
Articolo precedenteWhatsApp, ecco la “Black List” che rivoluziona le chat di gruppo
Articolo successivoWindows 10: dopo i problemi arriva un nuovo aggiornamento risolutivo