Più di due settimane fa, in Russia, un incidente ha causato la morte di cinque scienziati (sette, secondo fonti non ufficiali) e determinato un’esplosione che si è potuta vedere e sentire a diversi chilometri di distanza. Ora, passati oltre quindici giorni dal sinistro, le dinamiche non sono ancora state chiarite dal governo russo, ma lo scenario che si profila agli occhi dei ricercatori è incredibilmente inquietante.

Proprio quando il mondo è tornato a puntare gli occhi sul disastro nucleare di Chernobyl, a seguito della fortunata serie tv, la Russia torna ad essere protagonista di eventi anomali, le cui cause sono tuttora ignote. Ma col passare dei giorni, un maggior numero di informazioni sta trapelando dai testimoni e dai dati raccolti, e le iniziali rassicurazioni del governo russo sbiadiscono sempre di più.

Esplosione in Russia: paura per una nuova nube radioattiva

L’esplosione è avvenuta lo scorso 8 agosto presso Arkhangelsk, capoluogo di una regione russa dove è presente il poligono militare di Nyonoksa. Questa zona rappresenta una delle basi militari più strategiche posizionate sulle coste del Mar Bianco.

Le autorità russe avevano garantito inizialmente che non ci fosse pericolo dal punto di vista della radioattività. In pochi giorni, però, nelle città vicine sono state rilevate quantità elevate di elementi radioattivi. In barba alle iniziali smentite, la nube radioattiva ha continuato a diffondersi tra Russia Europea e Asia Centrale, fortunatamente non interessando al momento alcuna zona abitata dell’Europa, se non una porzione piuttosto estesa del Mar Mediterraneo a sud della Turchia.

Si attendono dunque chiarimenti, nella speranza che non vi siano ripercussioni sui civili di qualsiasi zona interessata.

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