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ZTE sta sviluppando un modem 5G proprietario a 7nm

La corsa verso il 5G si arricchisce con un nuovo concorrente. Il produttore cinese ZTE ha dichiarato infatti di essere al lavoro per realizzare un proprio modem 5G per smartphone. La notizia arriva direttamente dal CEO Xu Ziyang, il quale ha dichiarato che l’azienda sta lavorando per realizzare un chipset a 7nm.

In una recente intervista invece, il Senior VP eChief Strategy Officer Wang Xiang, ha confermato le tempistiche. Il chipset 5G a 7nm sarà disponibile entro la fine dell’anno. Purtroppo il dirigente non ha fornito ulteriori dettagli in merito.

Questo nuovo concorrente andrà ad affiancare Huawei e Qualcomm nella corsa al 5G. Il colosso cinese ha già sviluppato il modem a 7nm Balong 5000. Questa soluzione può essere utilizzata sia come NSA (Non-standalone) sia come SA (Standalone). Questo significa che può essere affiancato ad un SoC dotato di connettività 4G oppure sostituirlo totalmente.

Huawei inoltre ha in cantiere la realizzazione di un SoC totalmente 5G, evitando così di affiancare il modem Balong 5000. Qualcomm invece ha realizzato il modem X50 a 10nm che supporta entrambe le reti. I piani futuri del chipmaker americano sono tutt’ora avvolti dal mistero.

Il ritardo nell’adozione del 5G come standard nelle telecomunicazioni è da ricercare sia nella diffusione dell’infrastruttura, sia nei costi di realizzazione. I chip non hanno raggiunto la massima capacità produttiva in quanto troppo costosi. Tuttavia con l’aumentare della domanda e la messa a regime delle catene produttive, i costi si abbasseranno. Si potrebbe assistere ad una crescita già nella seconda metà dell’anno.

Per questo motivo ZTE non vuole rimanere indietro. Il problema però è che il produttore non ha una quota di mercato così ampia da giustificare un tale investimento. Possiamo ipotizzare che il modem 5G potrà essere più versatile rispetto a quelli Qualcomm e Huawei. Infatti più che al settore smartphone, ZTE possa puntare alle applicazioni industriale e all’IoT.

 

 

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Pubblicato da
Alessio Amoruso