Dopo una lunga gestazione e un primo stop, è finalmente passato alla Camera all’unanimità l’emendamento al decreto legge sul Codice Rosso.

La proposta di legge, portata avanti dall’ex presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, ha visto nella giornata di ieri la sua definitiva approvazione, con 461 votanti presenti, di cui 461 voti a favore e 0 contrari.

In cosa consiste e quali saranno le sanzioni per questo reato

All’interno di questa legge sarà anche contemplato il reato di Revenge Porn, nome dato alla pratica di diffondere contenuti multimediali intimi che riguardino il proprio ex partner, sia esso uomo o donna (anche se dalle statistiche emerge che il 90% delle vittime sia di sesso femminile), a seguito della fine di una relazione.

E’ definito “revenge” perché solitamente il movente che porta a compiere questo gesto consiste in una vendetta nei confronti della persona da cui si ritiene essere stati lesi. Naturalmente il tutto avviene senza il consenso esplicito dell’interessato.

Il fenomeno ha trovato terreno fertile perché i siti internet e i social network non hanno mai controllato che i contenuti diffusi dagli utenti ricevessero l’approvazione anche da chi in quei contenuti è esplicitamente messo in mostra, preoccupandosi solo che la diffusione fosse volontaria da parte di chi caricava quei file multimediali.

La pena per la diffusione di materiale sessualmente esplicito senza il consenso della controparte prevede da 1 a 6 anni di reclusione, con una multa che può raggiungere i 15 mila euro. La pena varia in base al legame che intercorre o intercorreva tra il colpevole del reato e la vittima: diventa più grave qualora chi ha diffuso questo genere di materiale sia il compagno o marito, una persona di cui la vittima aveva completa e totale fiducia.

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