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TIM, Wind e Tre hanno deciso di applicare nuove rimodulazioni su tariffe sia di rete mobile che fissa. Si parla anche di circa dieci euro in più a bolletta, per un totale di circa 120 euro di aumento annuale. Cosa si può fare in questi casi? Prima di affrontare questo punto, scopriamo quali clienti si possono ancora tutelare.

TIM: i clienti con partita IVA subiranno rimodulazioni a partire da gennaio 2019

I clienti con partita IVA sono stati i “prescelti: dalle rimodulazioni. Diverse offerte subiranno un’impennata di prezzo a partire dal 1° gennaio 2019, con aumenti fino a 10 euro. Fanno parte di questa modifica unilaterale le offerte:

  • Linea Valore+;
  • Linea Valore+ ISDN;
  • Linea Valore+ ISDN (GNR);
  • Linea Valore+ ISDN (GNR SP);
  • Linea Voce+;
  • Linea Voce ISDN;
  • Linea telefonica affari;
  • Linea telefonica entrante;
  • Accesso Base Singolo Affari;
  • offerta Tuttofibra;
  • offerta TIM Tutto.

Wind Tre: troppo tardi per chi vuole recedere

Durante il mese di novembre anche i clienti Wind Tre hanno subito delle rimodulazioni, questa volta esclusivamente sugli abbonamenti per la linea domestica. Sono stati i protagonisti di questi aumenti i contratti sia con linea ADSL che con fibra ottica, soprattutto la FTTH. La bolletta dei suddetti clienti si è innalzata di 2,50 euro, ma purtroppo per loro è impossibile recedere senza pagare una penale.

Cosa fare in questi casi e quali sono i diritti dei consumatori

Visto che le rimodulazioni sono delle modifiche contrattuali unilaterali, i clienti che ne sono soggetti possono liberamente recedere da contratto senza penale. Affinchè questo sia possibile, bisogna far valere il proprio diritto entro un termine ben preciso che viene comunicato nello stesso avviso che si riceve per l’aumento. Decorso questo termine, il cliente interessato a cambiare offerta perde il suo vantaggio e dovrà pagare una penale per recedere dal contratto e dai suoi nuovi termini.

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