Huawei: a rischio il comparto delle fotocamere degli smartphone
Huawei: a rischio il comparto delle fotocamere degli smartphone

Huawei, da tempo, ha dimostrato di voler rivoluzionare la fotocamere sugli smartphone; era anche lo slogan dell’ultima ammiraglia presentata dalla compagnia. Se avete mai visto da vicino la configurazione dei sensori dei dispositivi di fascia alta del colosso cinese, avrete anche forse notato la scritta Leica. Quest’ultima è una compagnia tedesca che nel 2016 aveva iniziato una collaborazione col produttore di telefoni con lo scopo sopracitato.

La partnership potrebbe essere arrivata ad una svolta negativa però, dovuta all’astio che si è creato tra Huawei e Stati Uniti. Leica ha riconosciuto che le cautele avanzate sia dal governo statunitense che dalle varie agenzie d’intelligence, hanno danneggiato tale rapporto commerciale. Questo potrebbe tradursi col fatto che il P20 Pro è l’ultimo smartphone sviluppato e prodotto da entrambe le compagnie, rispetto alla parte delle fotocamere per lo meno.

 

La guerra continua

Per Huawei, la situazione continua a rilevarsi una spina nel fianco. Nonostante avesse dichiarato di non essere più interessata a provare ad espandersi nel mercato americano, il governo di quest’ultimo continua ad infierire. Qualche settimana fa, era comparso anche lo spettro dell’impossibilità di usare Android da parte del colosso.

Come ZTE, Huawei è accusata di aver avuto scambi commerciali vietati con l’Iran. Se fosse ritenuto vero, porterebbe all’impossibilità di commerciare con Qualcomm o ricevere la certificazione ufficiale per Android. In realtà questo, molto probabilmente, non succederà in quanto la situazione potrebbe degenerare causando troppi danni collaterali per entrambe le parte.

Tornando a Leica comunque, sembrerebbe che stia valutando la possibilità di rescindere il legame. In un certo senso, hanno paura di ricevere lo stesso trattamento solo perché lavorano a stretto contatto con una compagnia ritenuta pericolosa. Il portavoce dell’azienda Michael Röder ha recentemente dichiarato via e-mail a PDN Online che: “Entrambe le società hanno concordato non solo aspetti prettamente aziendali, ma anche aree accuratamente esaminate come la politica aziendale e l’etica degli affari e le hanno stabilite sotto forma di un accordo di onestà e integrità.”

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