Park Geun-hye
Park Geun-hye, vicepresidente dell’azienda coreana

Colpo di scena in casa Samsung. L’autorità sudcoreana, nell’ambito di un’indagine legata a tangenti e corruzioni, ha richiesto l’arresto di Lee Jae-yong, vicepresidente di Samsung Electonics, capo del Samsung Group ed erede del colosso coreano. Cerchiamo di approfondire insieme la vicenda nel tentativo di comprendere meglio la situazione.

Innanzitutto, Lee Jae-yong è una figura chiave della storia recente di Samsung. Non a caso, dovrebbe prendere le redini dell’intera azienda non appena l’attuale presidente Lee Kun-hee si farà da parte. Non a caso viene molto spesso coinvolto nelle presentazioni dei prodotti, e dunque rappresenta spesso il volto dell’azienda coreana.

L’accusa è quella di essere coinvolto, direttamente o indirettamente, nell’emissione di tangenti per un valore complessivo di 34 milioni di dollari. La logica sarebbe quella di riuscire a guadagnare peso nei confronti del governo, visto che le tangenti sarebbero state indirizzate a Choi Soon-sil, figura molto vicina alla presidente della Corea del Sud Park Geun-hye.

Insomma, un caso davvero complesso, che sta inevitabilmente creando molto imbarazzo in Samsung. Del resto, l’azienda coreana contava di aver abbandonato le “luci della ribalta” dopo il caso del Galaxy Note 7, ed invece si ritrova ancora una volta i riflettori puntati contro.

Ovviamente, è bene sottolineare che si tratta di accuse tutte da dimostrare. In questo momento si è inevitabilmente messa in moto tutta la “macchina burocratica” della giustizia della Corea del Sud, che servirà appunto a fare chiarezza sulla vicenda. Staremo a vedere quello che succederà, ma non ci sono dubbi sul fatto che Samsung avrebbe fatto volentieri a meno di tutto questo rumore mediatico.

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