Apple sta vivendo una fase delicata nella sua divisione dedicata all’intelligenza artificiale. Tralasciando il successo commerciale di iPhone 17, all’interno dell’azienda cresce il malcontento per i ritardi nello sviluppo delle funzioni AI.
Diverse figure chiave hanno recentemente abbandonato il progetto, tra cui Ke Yang e Robby Walker, segnando un periodo davvero complesso per Apple, che fatica a tenere testa ai suoi principali concorrenti nel settore dell’intelligenza artificiale.
Apple, cosa succede?
Nell’ultima arcata di tempo la famosissima Apple ha visto un incredibile aumento di talenti nella sua divisione AI. Parliamo di una situazione che citando anche quello che riporta Mark Gurman su Bloomberg non dipende direttamente dalla reazione dei consumatori. Invece a quanto pare arriva dal malcontento interno generato dal ritardo nello sviluppo delle nuove funzioni di intelligenza artificiale e dalla gestione della leadership. Apple anche se si trova in ritardo rispetto ai principali concorrenti nel campo dell’AI, continua a portare a casa buone vendite con iPhone 17. La tenuta dell’organizzazione interna invece sembra essere molto più precaria.
Le difficoltà a quanto pare sarebbero iniziate con diversi problemi riscontrati nello sviluppo di Siri e con la decisione, presa nei mesi precedenti, di valutare l’utilizzo di nuovi modelli di terze parti per potenziarne le capacità conversazionali. Il team Apple Foundation Models ovvero responsabile della creazione dei modelli di base dell’intelligenza artificiale ha già perso il proprio leader e fondatore.
La situazione risulta essere peggiorata ulteriormente con l’uscita di figure di alto livello. L’ultima in ordine di tempo è quella di Ke Yang ovvero il responsabile del team Answers, Knowledge and Information (AKI), passato a Meta Platforms dopo pochissime settimane dall’assunzione del ruolo in Apple. Yang andava a ricoprire il posto di Robby Walker, precedente capo dell’unità AKI. Quest’ultimo si occupava di guidare l’evoluzione di Siri fino al raggiungimento di un modello più simile a ChatGPT. La rapidità con la quale anche quest’ultimo ha lasciato l’incarico rappresenta, secondo quanto detto anche da Gurman, un segnale imbarazzante per l’azienda di Cupertino.