Nel mondo super affollato dei motori di ricerca, DuckDuckGo continua a distinguersi per l’attenzione alla privacy e all’etica. L’ ultima novità introdotta riguarda un filtro pensato per bloccare le immagini generate dall’intelligenza artificiale. Attivo da pochi giorni, tale strumento consente agli utenti di escludere questo tipo di contenuti dai risultati della scheda “Immagini”. Non si tratta di un sistema basato sull’intelligenza artificiale o sul riconoscimento visivo, ma di una semplice blocklist. Ovvero una lista nera di siti noti per diffondere immagini create da algoritmi. Una soluzione semplice, ma efficace, già usata da strumenti come uBlock Origin. Il filtro può essere attivato manualmente per ogni ricerca oppure impostato come predefinito nelle impostazioni dell’account.
DuckDuckGo: limiti evidenti, ma direzione chiara
L’approccio tecnico utilizzato non è perfetto. Le blocklist, aggiornate manualmente da singoli sviluppatori o comunità open-source, come nel caso della Huge AI Blocklist adottata da DuckDuckGo, non garantiscono l’eliminazione totale delle immagini artificiali. Esse rappresentano però un primo tentativo concreto per rispondere all’ aumento della diffusione della cosiddetta “sbobba AI”, termine ironico e critico usato per definire la massa indistinta di contenuti generati dai sistemi di intelligenza artificiale.
Tutto ciò rende inevitabili alcune domande importanti circa la qualità e l’autenticità delle informazioni disponibili online. Dal canto suo, DuckDuckGo, pur non demonizzando l’AI in sé, ne sostiene però un uso consapevole, rispettoso della privacy e facoltativo. Per gli utenti più attenti, esiste anche una versione “no AI” del motore accessibile tramite l’indirizzo https://noai.duckduckgo.com, utile anche per filtrare contenuti testuali generati artificialmente.
La tecnologia delle blocklist, per quanto primitiva, è oggi uno degli strumenti più pratici contro l’invasione dell’AI generativa. Non può essere la soluzione definitiva, ma segna comunque una presa di posizione netta. Il prossimo obiettivo sarà l’adozione di tecniche più raffinate, come il rilevamento dei watermark o l’analisi dei metadati. Per ora, DuckDuckGo offre ai suoi utilizzatori un’opzione reale per distinguere, almeno in parte, il contenuto umano da quello artificiale. In un mondo in cui il confine tra realtà e artificio si fa ogni giorno più sottile, anche un semplice filtro può fare la differenza. Il tema resta aperto, l’obiettivo? Più trasparenza, più controllo, più consapevolezza.