Negli Stati Uniti, nel cuore del Wyoming, sta nascendo qualcosa di completamente diverso da quello che siamo abituati a vedere quando pensiamo all’energia eolica. Qui Airloom Energy, una startup sostenuta da investitori di peso come Breakthrough Energy di Bill Gates, sta dando vita a un progetto che vuole riscrivere le regole del gioco nel settore delle energie pulite. La loro idea? Lasciare perdere le classiche turbine che si alzano a centinaia di metri in cielo e invece puntare su una struttura che corre… quasi a livello del terreno.
Se finora le grandi turbine eoliche sembravano diventare sempre più alte e imponenti, come quella da 26 megawatt che si staglierà a quasi 340 metri di altezza, Airloom ha deciso di cambiare completamente approccio. Immagina invece una specie di “giostra” o circuito, dove delle ali verticali di circa 10 metri si muovono lungo un cavo a forma di ovale, sospese solo a 25 metri dal suolo da pali più piccoli e meno invasivi. Non è solo una questione di design: è un modo tutto nuovo di pensare come catturare il vento e trasformarlo in energia.
Come funziona? Le ali, scorrendo lungo il percorso, ruotano e si orientano in modo da sfruttare al meglio la forza del vento che passa, trasferendo il movimento lineare a dei generatori di energia. Certo, non stanno a 300 metri di altezza dove il vento soffia più forte e costante, ma la vera scommessa è che questa soluzione, molto più semplice da costruire e mantenere, riesca a produrre elettricità a costi nettamente inferiori. Airloom punta a un costo per kilowattora che potrebbe essere un terzo rispetto alle turbine tradizionali, già tra le fonti più economiche in assoluto.
Un altro vantaggio enorme è tutto nella logistica: un impianto da 2,5 MW può essere trasportato su un solo camion e montato senza bisogno di gru giganti o di interventi complessi. Questo abbassa di molto i costi di installazione e manutenzione, un punto decisivo per rendere l’energia eolica accessibile ovunque. Con circa 13 milioni di dollari già raccolti, Airloom sta lavorando al primo impianto “industriale” e punta a dimostrare il suo potenziale commerciale entro il 2027. Insomma, forse la rivoluzione del vento non sarà più alta in cielo, ma più vicina a terra, leggera e accessibile come non mai.