C’è qualcosa di affascinante – e un po’ nostalgico – nel pensare che per tornare sulla Luna ci si stia ancora affidando, almeno in parte, alla tecnologia dello Space Shuttle. Certo, rivisitata, aggiornata, spinta al massimo delle sue possibilità. Ma sempre lei, con i suoi motori RS-25 e quei booster a propellente solido che ora Northrop Grumman sta cercando di rendere ancora più potenti. Perché se vogliamo andare sulla Luna, e magari anche su Marte, non basta più funzionare: serve spingere forte. Serve BOLE.
La tecnologia dello Space Shuttle spinge i nuovi booster verso la Luna
Dietro questo nome un po’ criptico – Booster Obsolescence and Life Extension – c’è l’idea di prendere ciò che funzionava e renderlo migliore: involucri in fibra di carbonio, materiali più leggeri, propellenti più reattivi. Il tutto per tirare fuori almeno un 10% in più di spinta. E sembra poco, ma quando parliamo di razzi che devono portarsi dietro un intero habitat lunare, quel 10% può fare la differenza tra riuscirci o restare fermi sulla rampa di lancio.
Il test statico dello scorso 26 giugno doveva essere una conferma: accendere uno di questi nuovi booster – il DM-1 – e farlo bruciare per un paio di minuti, come in una missione vera. Solo che, a un certo punto, qualcosa ha smesso di andare per il verso giusto. Un getto di fiamme è esploso da dove non doveva, e pochi secondi dopo l’intera struttura ha tremato per un’esplosione ben più seria. Nessuna vittima, per fortuna. Solo detriti incandescenti e un brusco risveglio per chi, dalla sala controllo, stava seguendo tutto con cuffie e dita incrociate.
Eppure – e qui sta la bellezza dell’esplorazione spaziale – nessuno ha parlato di fallimento. Il motore ha continuato a bruciare fino alla fine prevista. E i dati raccolti (oltre 700 sensori attivi) sono oro puro per chi deve capire perché è successo e come evitarlo la prossima volta. Il futuro dei booster BOLE non è ancora scritto, tanto più che il SLS stesso potrebbe sparire dopo Artemis 3, almeno secondo certe bozze di bilancio NASA. Ma se il programma dovesse continuare, sarà anche grazie a test come questo: rumorosi, imperfetti, ma fondamentali.