Senza elettricità: 666 milioni di persone vivono ancora al buio

La mancanza di elettricità colpisce centinaia di milioni di persone nel 2025. Un dato preoccupante che è ancora realtà.

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Nel 2025 potrebbe sembrare quasi inverosimile parlare di persone che vivono senza elettricità, ma è una realtà per molte persone. Secondo i dati più recenti pubblicati dalle principali agenzie energetiche internazionali di riferimento, ben 666 milioni di persone nel mondo non hanno ancora accesso a una fonte stabile di energia elettrica. Un numero enorme, dietro il quale si nascondono storie quotidiane fatte di buio, fatica e limiti.

La maggior parte di queste persone vive in aree rurali dell’Africa sub-sahariana e in alcune zone dell’Asia meridionale. La mancanza di infrastrutture, la povertà cronica e la complessità geopolitica continuano a rallentare l’espansione delle reti elettriche e la loro adozione stabile e sicura. E dove la rete non arriva, le alternative sono spesso inquinanti, costose o pericolose: generatori a benzina, batterie rudimentali, lampade a kerosene.

Nonostante il progresso, centinaia di milioni di persone nel mondo non hanno accesso all’energia elettrica, un problema che va oltre il numero

Il problema dell’assenza di una rete elettrica diffusa e stabile non è solo puramente di tipo tecnico. Senza elettricità non si possono conservare alimenti, banalmente studiare nelle ore serali, non si riesce a far funzionare strumenti sanitari di base o accedere alla rete internet. Significa rimanere esclusi da opportunità essenziali che per il resto del mondo sono quasi scontate, come l’istruzione, il lavoro, la salute e le connessioni sociali. In un mondo sempre più digitale e interconnesso, questa mancanza alimenta un divario che si fa ogni anno più profondo ed è sempre più sentito.

Le soluzioni ci sono, ma richiedono volontà da parte degli organi politici e investimenti mirati. Le micro-reti solari, le tecnologie a basso consumo e i progetti di cooperazione internazionale stanno già mostrando risultati concreti in alcuni territori. Tuttavia, la strada è ancora lunga. La cifra simbolica dei “666 milioni” è un monito che deve allarmarci. Non rappresenta solo un fallimento infrastrutturale, ma anche una questione morale che riguarda tutti. Possiamo davvero considerarci avanzati, connessi e sostenibili, finché una fetta così ampia di umanità resta al buio?

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