SwitchBot Relay Switch 2PM: un relè Matter che ridefinisce l’automazione fai-da-te – Recensione

Il SwitchBot Relay Switch 2PM che abbiamo testato permette di integrare facilmente relè a due canali, sensore di consumo e funzioni smart in qualsiasi quadro elettrico esistente. Un vero e proprio gioiellino di tecnologia compatta.

SwitchBot Relay Switch PM

Dopo mesi di ricerca per modernizzare l’impianto elettrico di casa senza stravolgimenti strutturali, mi sono imbattuto nel SwitchBot Relay Switch 2PM, un modulo smart che prometteva di risolvere diverse esigenze in un colpo solo. Il mio quadro elettrico, un classico impianto degli anni ’90 con guida DIN standard, necessitava di una soluzione che permettesse il controllo remoto delle luci e, possibilmente, il monitoraggio dei consumi energetici.

La decisione di testare questo dispositivo è nata da una combinazione di fattori. Prima di tutto, la certificazione Matter mi garantiva compatibilità futura con i principali ecosistemi domotici. In secondo luogo, il doppio relè Wi-Fi integrato avrebbe permesso di gestire due circuiti indipendenti occupando solo due moduli DIN, un aspetto cruciale considerando lo spazio limitato nel mio quadro. Ma ciò che ha davvero catturato la mia attenzione è stata la presenza del power metering integrato su entrambi i canali, una caratteristica raramente trovata in dispositivi di queste dimensioni.

Il contesto del mio impianto prevedeva la gestione separata delle luci del piano terra e del primo piano, entrambe attestate su un’unica linea da 16A protetta da magnetotermico dedicato. L’obiettivo era chiaro: trasformare questi circuiti “stupidi” in linee intelligenti, capaci di essere controllate da remoto, programmate secondo orari specifici e monitorate nei consumi, il tutto senza dover ricablare l’intero impianto o sostituire gli interruttori a muro esistenti. Disponibile sulla pagina ufficiale di Amazon italia.

Design e qualità costruttiva: compattezza e robustezza al servizio dell’installatore

Aprendo la confezione del Relay Switch 2PM, la prima impressione è stata di solidità. Il corpo in policarbonato PC-V0 autoestinguente trasmette immediatamente una sensazione di qualità superiore rispetto ad altri moduli DIN che ho maneggiato in passato. Le dimensioni di 42,6 × 40,6 × 18,2 mm sono studiate per adattarsi perfettamente sia alle scatole da incasso 503 che alle guide DIN standard, un dettaglio non scontato che ho apprezzato durante l’installazione.

I morsetti a vite rimovibili rappresentano una scelta progettuale intelligente. Durante i miei test, ho potuto apprezzare come questa caratteristica semplifichi notevolmente il cablaggio, permettendo di preparare i collegamenti fuori dal quadro e poi inserire il modulo già cablato. La pressione richiesta per l’inserimento è calibrata perfettamente: né troppo morbida da rischiare disconnessioni accidentali, né eccessivamente dura da rendere difficoltosa l’operazione.

Il LED di stato multicolore posizionato frontalmente è ben visibile anche con lo sportello del quadro chiuso, grazie alla sua luminosità calibrata. Durante il normale funzionamento, una luce blu fissa indica la connessione Wi-Fi attiva, mentre lampeggia rapidamente durante la fase di pairing. Il rosso segnala problemi di connessione o sovratemperatura, una feature che si è rivelata utile durante i test di stress termico.

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Il pulsante di servizio, piccolo ma facilmente accessibile anche con il dispositivo installato, permette operazioni di reset e attivazione manuale dei relè. La sua posizione, leggermente incassata, previene azionamenti accidentali ma rimane comunque raggiungibile con un cacciavite sottile. Durante i test ho apprezzato particolarmente il feedback tattile del pulsante, che conferma chiaramente l’avvenuta pressione.

La serigrafia sul frontale è chiara e resistente, con indicazioni precise per i collegamenti L (Line), N (Neutral), L1 e L2 per le uscite. Anche dopo settimane di utilizzo in ambiente polveroso come il mio garage, le scritte sono rimaste perfettamente leggibili. Il peso di soli 45 grammi potrebbe far pensare a una costruzione economica, ma la realtà è ben diversa: il dispositivo è incredibilmente denso e ben assemblato, senza giochi o scricchiolii anche applicando una leggera pressione sulla scocca.

Installazione elettrica: 12 minuti dal disimballaggio all’operatività

L’installazione del SwitchBot Relay Switch 2PM nel mio quadro elettrico si è rivelata sorprendentemente rapida e intuitiva. Dopo aver staccato l’interruttore generale per sicurezza, ho iniziato rimuovendo due moduli ciechi dalla guida DIN per fare spazio al nuovo dispositivo. Il sistema di aggancio a molla si è dimostrato efficace: una leggera pressione verso il basso e il modulo si è fissato saldamente alla guida con un click soddisfacente.

Il cablaggio ha richiesto particolare attenzione nella fase iniziale. Ho collegato la fase proveniente dal magnetotermico al morsetto L e il neutro al morsetto N. Per le mie luci, ho utilizzato una configurazione con neutro condiviso: il neutro delle lampade del piano terra e del primo piano erano già uniti in una morsettiera, quindi ho dovuto solo portare le due fasi separate ai morsetti L1 e L2 del dispositivo.

Un aspetto che ho particolarmente apprezzato è stata la possibilità di utilizzare cavi da 2,5 mm² senza difficoltà. I morsetti accettano sezioni da 0,5 a 2,5 mm², e la coppia di serraggio consigliata di 0,5 Nm si è rivelata ottimale per garantire un contatto sicuro senza danneggiare i conduttori. Ho utilizzato un cacciavite dinamometrico per essere certo di applicare la giusta forza, anche se l’esperienza mi suggerisce che un serraggio “a mano” ben fatto sarebbe stato comunque sufficiente.

La disposizione dei morsetti, con ingressi nella parte superiore e uscite in quella inferiore, segue la logica standard dei quadri elettrici, facilitando l’organizzazione dei cavi. Ho potuto mantenere una separazione netta tra i conduttori in ingresso e quelli diretti ai carichi, migliorando sia l’estetica che la sicurezza dell’installazione.

Durante il cablaggio, ho notato che il dispositivo può funzionare anche in modalità “dry contact”, ovvero come semplice interruttore senza passaggio di corrente attraverso i relè. Questa versatilità apre scenari interessanti per il controllo di carichi a bassa tensione o sistemi di allarme, anche se nel mio caso ho utilizzato la configurazione standard per il controllo diretto delle luci a 230V.

Il tempo totale dall’apertura della confezione al primo test di accensione è stato di esattamente 12 minuti, inclusa la verifica con il multimetro della corretta continuità dei collegamenti. Un risultato notevole considerando che non avevo precedente esperienza con dispositivi SwitchBot e ho proceduto con la dovuta cautela in ogni fase.

Specifiche tecniche e sicurezza: prestazioni da professionista in un corpo compatto

Le specifiche tecniche del Relay Switch 2PM rivelano un dispositivo progettato per uso professionale. La capacità di gestire 8 ampere per canale, con un massimo combinato di 16 ampere, lo rende adatto alla maggior parte delle applicazioni residenziali. Nel mio caso, con lampade LED per un totale di 400W sul canale 1 e 350W sul canale 2, opero ben al di sotto dei limiti, garantendo ampi margini di sicurezza e longevità del dispositivo.

Il range di tensione operativa di 100-240V AC a 50/60Hz conferisce al modulo una versatilità globale. Durante i test, ho verificato la stabilità di funzionamento anche con le tipiche fluttuazioni di rete della mia zona, che variano tra 220V e 235V. Il dispositivo non ha mai mostrato segni di sofferenza o comportamenti anomali, mantenendo sempre una commutazione pulita e senza sfarfallii.

La protezione termica integrata rappresenta un elemento di sicurezza fondamentale. Il dispositivo monitora costantemente la propria temperatura interna e, secondo le specifiche, interviene automaticamente al raggiungimento dei 100°C. Nei miei test in condizioni estreme (di cui parlerò più avanti), ho potuto verificare che la protezione scatta effettivamente intorno ai 95°C, disconnettendo i carichi e segnalando l’anomalia sia via LED che nell’app.

Il consumo proprio del dispositivo, misurato a 1,3W in idle con entrambi i relè aperti, è in linea con le specifiche dichiarate di <1,4W. Questo si traduce in un consumo annuo di circa 11,4 kWh, un valore accettabile considerando le funzionalità offerte. Con entrambi i relè chiusi, il consumo sale a 1,8W, ancora contenuto per un dispositivo con doppio relè e power metering integrato.

La certificazione CSA e la conformità agli standard Matter testimoniano l’impegno di SwitchBot nel garantire un prodotto sicuro e interoperabile. La temperatura di esercizio dichiarata di -10°C a +40°C copre adeguatamente le condizioni tipiche di un quadro elettrico domestico, anche se posizionato in locali non climatizzati come garage o cantine.

Un aspetto tecnico che merita menzione è la presenza del Bluetooth LE, che non serve solo per la configurazione iniziale ma funge anche da repeater per altri dispositivi SwitchBot. Questa caratteristica, apparentemente secondaria, si è rivelata utile per estendere la copertura del mio ecosistema SwitchBot fino al box auto, dove altri dispositivi faticavano a mantenere una connessione stabile.

App SwitchBot e funzioni smart: un ecosistema maturo e versatile

La configurazione iniziale attraverso l’app SwitchBot Home è stata rapida e indolore. Dopo aver alimentato il dispositivo, il LED ha iniziato a lampeggiare blu, segnalando la modalità di pairing. L’app, già installata sul mio iPhone per gestire altri dispositivi SwitchBot, ha rilevato automaticamente il nuovo Relay Switch in circa 8 secondi tramite Bluetooth.

La procedura guidata mi ha chiesto di inserire le credenziali della mia rete Wi-Fi 2,4 GHz. È importante notare che il dispositivo non supporta le reti 5 GHz, una limitazione comune ma che nel mio caso non ha rappresentato un problema grazie alla rete dual-band del router. La connessione alla rete è avvenuta in meno di 10 secondi, e immediatamente il dispositivo è apparso nella dashboard principale dell’app.

L’interfaccia di controllo è pulita e intuitiva. Ogni canale può essere rinominato (nel mio caso “Luci Piano Terra” e “Luci Primo Piano”) e controllato indipendentemente con un semplice tap. La risposta è praticamente istantanea quando si è sulla stessa rete locale, con una latenza percepita inferiore ai 100ms. Anche da remoto, attraverso i server cloud di SwitchBot, i comandi vengono eseguiti in meno di un secondo nella maggior parte dei casi.

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La sezione dedicata al monitoraggio energetico è particolarmente ben realizzata. Per ogni canale, l’app mostra il consumo istantaneo in watt, l’energia consumata nelle ultime 24 ore, settimana e mese. I grafici sono chiari e permettono di identificare rapidamente pattern di consumo anomali. Durante le prime settimane ho scoperto che le luci del piano terra rimanevano accese in media 2 ore in più del necessario ogni giorno, un’informazione che mi ha permesso di ottimizzare le automazioni.

Le funzionalità di automazione integrate nell’app sono sorprendentemente complete. Ho configurato timer per l’accensione serale delle luci esterne, schedulazioni basate su alba/tramonto per l’illuminazione del vialetto, e persino una “scena” che spegne gradualmente tutte le luci di casa all’ora di andare a dormire. La possibilità di creare automazioni basate su condizioni multiple (orario + giorno della settimana + stato di altri dispositivi) offre una flessibilità notevole.

Un aspetto che distingue SwitchBot da molti competitor è l’accesso gratuito allo storico dei consumi per 2 anni. Non ci sono abbonamenti nascosti o funzionalità premium a pagamento. Tutti i dati possono essere esportati in formato CSV per analisi più approfondite, una feature che ho utilizzato per creare un report dettagliato dei consumi mensili da condividere con la famiglia.

Configurazione matter e test latenza: l’interoperabilità che funziona davvero

La configurazione Matter del Relay Switch 2PM richiede necessariamente un hub SwitchBot compatibile. Nel mio caso, utilizzo un Hub 2 posizionato nel soggiorno, a circa 7 metri dal quadro elettrico. La procedura di aggiunta a Apple Home tramite Matter è stata sorprendentemente fluida: dopo aver generato il codice QR dall’app SwitchBot, l’app Casa di Apple ha riconosciuto il dispositivo in 23 secondi esatti.

Una volta integrato in HomeKit tramite Matter, il dispositivo appare come due interruttori separati, perfettamente controllabili tramite Siri, automazioni HomeKit e l’app Casa. La latenza misurata per un comando on/off attraverso HomeKit si attesta sui 320 millisecondi, un valore eccellente considerando che il comando viaggia dal telefono all’hub HomeKit, poi all’Hub SwitchBot e infine al dispositivo.

Ho replicato il test con Google Home, ottenendo risultati simili: 340 millisecondi di latenza media. L’integrazione con l’Assistente Google permette comandi vocali naturali come “Hey Google, spegni le luci del piano terra” con riconoscimento affidabile e esecuzione rapida. La possibilità di includere il dispositivo nelle routine di Google Home ha semplificato la creazione di scenari complessi attivabili con un singolo comando.

Un aspetto interessante emerso durante i test è la modalità di fallback del dispositivo. Quando l’Hub SwitchBot è offline o non raggiungibile, il Relay Switch può ancora essere controllato direttamente via Wi-Fi attraverso l’app SwitchBot, con una latenza ridotta a circa 250 millisecondi. Questa ridondanza garantisce che il controllo delle luci rimanga sempre disponibile, anche in caso di problemi con l’hub o con l’integrazione Matter.

L’affidabilità della connessione Matter si è dimostrata eccellente durante le settimane di test. Non ho registrato disconnessioni o perdite di sincronizzazione, anche dopo interruzioni di corrente o riavvii del router. Il dispositivo si riconnette automaticamente a tutti i servizi entro 30-45 secondi dal ripristino dell’alimentazione, mantenendo tutte le configurazioni e automazioni precedentemente impostate.

La compatibilità Matter apre scenari interessanti per il futuro. Attualmente uso principalmente Apple Home e Google Home, ma la possibilità di integrare il dispositivo con SmartThings, Alexa o qualsiasi altra piattaforma compatibile Matter senza dover riconfigurare nulla è un valore aggiunto notevole. Durante i test ho provato ad aggiungere il dispositivo simultaneamente a più ecosistemi, confermando che Matter gestisce correttamente la multi-amministrazione senza conflitti.

Misurazione consumi & precisione: affidabilità da strumento professionale

La funzionalità di power metering integrato del Relay Switch 2PM si è rivelata sorprendentemente accurata. Per verificarne la precisione, ho confrontato le misurazioni del dispositivo con quelle di un multimetro true-RMS professionale Fluke 87V, utilizzando un carico resistivo noto da 100W su ciascun canale.

I risultati sono stati impressionanti: lo scarto massimo rilevato è stato del ±1,5%, ben entro i margini di errore accettabili per applicazioni domestiche e anche per molte applicazioni professionali. La misurazione della potenza attiva (W) è precisa e stabile, con aggiornamenti ogni secondo nell’app. Ho notato che il dispositivo gestisce correttamente anche carichi con basso fattore di potenza come alcuni alimentatori switching, fornendo letture coerenti con quelle del mio strumento di riferimento.

L’app SwitchBot presenta i dati di consumo in modo chiaro e accessibile. Il grafico della potenza istantanea mostra l’andamento delle ultime 24 ore con risoluzione al minuto, permettendo di identificare facilmente picchi anomali o apparecchiature rimaste accese per errore. La visualizzazione settimanale e mensile aggrega i dati in modo intelligente, mostrando il consumo totale in kWh e il costo stimato basato sulla tariffa elettrica configurabile.

Una funzionalità particolarmente utile è la possibilità di impostare notifiche per soglie di consumo. Ho configurato un alert quando il consumo del piano terra supera i 300W per più di 2 ore consecutive, segno che probabilmente qualcuno ha dimenticato accese luci non necessarie. Queste notifiche push sono tempestive e includono il valore esatto del consumo rilevato.

Lo storico dei consumi, mantenuto gratuitamente per 2 anni come promesso, è facilmente navigabile. L’export in formato CSV include timestamp, potenza istantanea, energia consumata e stato del relè per entrambi i canali. Ho utilizzato questi dati per creare grafici personalizzati in Excel, identificando pattern di consumo e opportunità di risparmio che sarebbero stati impossibili da rilevare senza un monitoraggio così dettagliato.

Stress termico e stabilità: performance sotto pressione

Per testare l’affidabilità del dispositivo in condizioni estreme, ho sottoposto il Relay Switch 2PM a un test di carico prolungato. Con temperatura ambiente di 25°C, ho applicato un carico di 8A su entrambi i canali (il massimo consentito) per 2 ore consecutive, monitorando temperatura superficiale e stabilità della connessione.

Dopo 30 minuti, la temperatura del case aveva raggiunto i 52°C, misurata con termocamera FLIR. Dopo un’ora si era stabilizzata a 58°C, e al termine delle 2 ore aveva toccato i 63°C. Valori elevati ma ancora ben lontani dalla soglia di intervento della protezione termica. Durante tutto il test, la connessione Wi-Fi è rimasta stabile, senza disconnessioni o rallentamenti nell’esecuzione dei comandi.

Per verificare l’efficacia della protezione termica, ho condotto un test più estremo utilizzando una pistola termica per riscaldare artificialmente il dispositivo. La protezione è intervenuta puntualmente quando la temperatura interna ha raggiunto i 95°C (temperatura case circa 85°C), disconnettendo entrambi i relè e segnalando l’allarme via app con una notifica push immediata. Il LED frontale è passato al rosso fisso e il dispositivo è rimasto in protezione fino al raffreddamento sotto i 70°C, momento in cui si è riattivato automaticamente.

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La stabilità a lungo termine si è dimostrata eccellente. Dopo 6 settimane di utilizzo continuativo con carichi variabili (mediamente 3-4A per canale per 8-10 ore al giorno), non ho registrato alcun degrado delle performance o aumento dei tempi di risposta. Il consumo proprio del dispositivo è rimasto costante, così come la precisione delle misurazioni di potenza.

Un test interessante è stato quello di resilienza alle interruzioni di corrente. Ho simulato 10 blackout di durata variabile (da 1 secondo a 5 minuti) in condizioni di carico diverse. In tutti i casi, il dispositivo si è riavviato correttamente, ripristinando lo stato precedente dei relè (se configurato) o mantenendoli aperti (impostazione di default per sicurezza). La riconnessione alla rete Wi-Fi e ai servizi cloud avviene mediamente in 25-30 secondi.

Integrazione domotica avanzata: MQTT e automazioni complesse

L’integrazione con Home Assistant tramite MQTT ha aperto possibilità di automazione avanzate. Il Relay Switch 2PM supporta nativamente MQTT, permettendo un controllo locale velocissimo e la creazione di automazioni complesse senza dipendere dal cloud. La configurazione richiede l’inserimento dei parametri del broker MQTT nell’app SwitchBot, operazione completata in pochi minuti.

Una volta configurato, il dispositivo pubblica lo stato dei relè e i dati di consumo ogni 30 secondi sui topic MQTT dedicati. Ho creato un’automazione in Home Assistant che riduce automaticamente il carico quando la produzione del mio impianto fotovoltaico scende sotto una certa soglia, spegnendo prima le luci del piano terra (meno utilizzate durante il giorno) e poi, se necessario, quelle del primo piano.

L’integrazione webhook permette scenari ancora più sofisticati. Ho configurato uno script che, quando rileva movimento sulle scale tramite un sensore PIR, accende progressivamente le luci seguendo il percorso tipico: prima piano terra, poi scale (controllate da un altro dispositivo), infine primo piano. Il tutto con latenze complessive sotto i 500ms, creando un effetto “follow-me” naturale e reattivo.

La documentazione API fornita da SwitchBot è completa e ben strutturata. Ho potuto creare un piccolo script Python che interroga periodicamente i consumi e li inserisce in un database InfluxDB per analisi storiche avanzate. La possibilità di controllare il dispositivo sia via cloud API che localmente via MQTT garantisce flessibilità massima per qualsiasi scenario di integrazione.

Un’applicazione particolarmente interessante è stata l’integrazione con il sistema di allarme. Quando l’allarme viene inserito in modalità “fuori casa”, un’automazione spegne tutte le luci non essenziali e attiva una simulazione di presenza che accende e spegne casualmente le luci secondo pattern realistici, basati sui consumi storici registrati dal dispositivo stesso.

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Rapporto Qualità/Prezzo: un investimento che si ripaga

Analizzando il rapporto qualità/prezzo del SwitchBot Relay Switch 2PM, il valore offerto diventa evidente quando si considerano le alternative. Un modulo DIN con doppio relè di qualità paragonabile costa mediamente 40-50€. Aggiungendo un sistema di power metering integrato per due canali si arriverebbero facilmente a 80-90€. Se poi consideriamo la compatibilità Matter e le funzionalità smart, il conto salirebbe ulteriormente.

Il prezzo di listino del Relay Switch 2PM, che si aggira intorno ai 65-70€, risulta quindi estremamente competitivo. Ma il vero valore sta nell’assenza di costi ricorrenti: nessun abbonamento per accedere allo storico dei consumi, nessuna fee per le funzionalità avanzate, nessun paywall per le API o l’integrazione MQTT. In un mercato dove molti produttori stanno spostando funzionalità base dietro abbonamenti mensili, l’approccio di SwitchBot è refreshing.

Il risparmio energetico reso possibile dal monitoraggio dettagliato dei consumi può portare a un ritorno dell’investimento sorprendentemente rapido. Nel mio caso, l’identificazione di sprechi e l’ottimizzazione degli orari di accensione hanno ridotto il consumo dell’illuminazione di circa il 20%, traducendosi in un risparmio di circa 8-10€ al mese. A questo ritmo, il dispositivo si ripaga in meno di 8 mesi.

La qualità costruttiva e l’affidabilità dimostrata durante i test suggeriscono una vita operativa di molti anni. Considerando un ciclo di vita conservativo di 5 anni, il costo ammortizzato scende a meno di 15€ all’anno per avere controllo remoto, monitoraggio consumi e automazioni avanzate su due circuiti indipendenti. Un costo irrisorio per i benefici offerti.

L’ecosistema SwitchBot in crescita aggiunge ulteriore valore. La possibilità di integrare facilmente altri dispositivi, dalla serratura smart ai sensori ambientali, utilizzando lo stesso hub e la stessa app, riduce la frammentazione tipica delle soluzioni domotiche multi-vendor. Il Relay Switch 2PM diventa così non solo un upgrade per il quadro elettrico, ma un tassello di un sistema domotico coerente e scalabile.

Pro e Contro

Pro:

  • Doppio relè con power metering su entrambi i canali: gestione indipendente di due circuiti con monitoraggio consumi dettagliato
  • Certificazione Matter nativa: compatibilità garantita con tutti i principali ecosistemi domotici presenti e futuri
  • Installazione rapida su guida DIN standard: 12 minuti dal disimballaggio alla piena operatività
  • Nessun costo ricorrente: storico consumi 2 anni e tutte le funzionalità avanzate gratuite per sempre
  • Precisione misurazioni ±1,5%: affidabilità quasi professionale in un dispositivo consumer

Contro:

  • Richiede Hub SwitchBot per funzionalità Matter: costo aggiuntivo se non si possiede già l’ecosistema
  • Limite 8A per canale potrebbe essere restrittivo: per carichi pesanti come scaldabagni o piani cottura
  • Solo Wi-Fi 2.4 GHz: nessun supporto per reti 5 GHz più moderne
  • Temperatura operativa limitata a 40°C: potrebbe essere un problema in quadri non ventilati in estate
  • Assenza sensore temperatura ambiente: sarebbe utile per automazioni climatiche integrate

Conclusione

Il SwitchBot Relay Switch 2PM si è rivelato una soluzione eccellente per chi desidera modernizzare l’impianto elettrico senza interventi invasivi. La combinazione di doppio relè, monitoraggio consumi preciso e compatibilità Matter in un package così compatto è attualmente unica sul mercato. L’affidabilità dimostrata durante settimane di test intensivi e la qualità dell’integrazione software lo rendono adatto sia all’hobbista esigente che al professionista.

Il pubblico ideale comprende proprietari di abitazioni con impianti tradizionali che vogliono aggiungere funzionalità smart, energy manager domestici interessati a monitorare e ottimizzare i consumi, e integratori domotici che cercano soluzioni affidabili e standard-compliant. La facilità d’installazione lo rende accessibile anche a chi ha competenze elettriche base, mentre le funzionalità avanzate soddisfano gli utenti più esperti.

Margini di miglioramento esistono: un limite di carico di 10A per canale amplierebbe gli scenari d’uso, mentre un sensore di temperatura ambiente integrato permetterebbe automazioni climatiche più sofisticate. Nonostante questi piccoli nei, il Relay Switch 2PM rappresenta oggi una delle migliori soluzioni per retrofit smart di impianti elettrici esistenti, con un rapporto qualità/prezzo difficilmente eguagliabile.

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