Con l’edizione 2025 della WWDC, Apple ha lanciato un messaggio chiaro. Ovvero che il futuro dei suoi dispositivi sarà più integrato, coerente e visivamente uniforme. Al centro della scena ci sono iOS 26 e iPadOS 26, presentati come molto più di semplici aggiornamenti. Le due nuove piattaforme rappresentano un’evoluzione culturale per il colosso di Cupertino. In particolare, iOS 26 segna una svolta decisa nel linguaggio estetico grazie al nuovo “Liquid Design”. Quest’ ultimo presenterà infatti più trasparenze, giochi di luce e superfici fluide che riporteranno la grafica dell’iPhone al centro dell’esperienza utente.
iPadOS 26: Apple guarda avanti, ma non dimentica i dispositivi più anziani
Ma non è solo l’aspetto grafico a cambiare. iOS 26 introduce anche una selezione di strumenti basati su Apple Intelligence. Ossia l’insieme di funzioni supportate dall’intelligenza artificiale che mira a personalizzare e semplificare le operazioni quotidiane. Queste funzioni, però, non saranno disponibili per tutti. Solo gli iPhone più recenti potranno sfruttarle appieno. Parliamo quindi dei modelli a partire dall’iPhone15 Pro e dell’intera serie iPhone16, incluso il nuovo 16e. Per quanto riguarda l’aggiornamento in sé, lo riceveranno tutti gli iPhone dall’11 in poi. I modelli più datati, come XS, XR e precedenti, resteranno esclusi. La beta pubblica verrà rilasciata a luglio, mentre la versione definitiva è attesa in autunno.
Anche il mondo dei tablet riceverà una ventata di novità. iPadOS 26 segue le orme del fratello maggiore per iPhone, introducendo un’interfaccia rinnovata e prestazioni migliorate. Apple però sembra aver scelto una linea più inclusiva per quanto riguarda la compatibilità. L’ update infatti sarà disponibile per iPad Pro dal 2018 in poi, iPadAir dalla terza generazione e tutti gli iPad standard dall’ottava generazione. In modo simile a quanto avviene con iOS, le funzionalità di Apple Intelligence saranno limitate ai dispositivi con chip M1 o superiori, oltre che all’iPad Mini con processore A17 Pro.
Insomma, una scelta che, se da un lato garantisce prestazioni elevate dove possibile, dall’altro esclude una parte dell’utenza dai vantaggi dell’intelligenza artificiale.