Non tutti lo sanno ma YouTube riservato agli iPhone, e dunque al sistema operativo iOS, ha subito un aggiornamento. Si passa quindi ufficialmente alla nuova versione 20.22.1, con conseguente dismissione su alcuni iPhone, iPad e iPod touch. Questo significa che tali dispositivi tra i più obsoleti non potranno più utilizzare l’applicazione ufficiale di YouTube, non potendo andare oltre iOS 15. La nuova versione dell’app richiede infatti iOS 16 o superiore, segnando di fatto la fine del supporto per una fascia di dispositivi che, pur datati, sono ancora in uso da parte di molti utenti.
I modelli di iPhone che non potranno più utilizzare l’app YouTube includono:
iPhone 6s
iPhone 6s Plus
iPhone 7
iPhone 7 Plus
iPhone SE (prima generazione)
A questi si aggiunge anche iPod touch 7, ormai uscito di produzione ma ancora utilizzato da una nicchia di utenti. Per quanto riguarda iPad, YouTube ha alzato il requisito minimo a iPadOS 16, rendendo l’app incompatibile con iPad Air 2 e iPad mini 4, entrambi bloccati a versioni precedenti del sistema operativo.
L’alternativa resta il sito mobile
Gli utenti interessati non saranno completamente esclusi dalla piattaforma: YouTube resta accessibile tramite browser, aprendo Safari o un altro browser mobile e visitando m.youtube.com. L’esperienza, tuttavia, non sarà la stessa: il sito mobile non offre la stessa fluidità, le notifiche in tempo reale o la possibilità di accedere facilmente a funzioni avanzate come la gestione dei contenuti offline o la condivisione diretta su altre app.
Questa mossa riflette la progressiva dismissione del supporto per dispositivi meno recenti, una scelta sempre più comune nel mondo tech. Anche se può sembrare un cambiamento marginale, l’impatto sarà sentito da chi ancora utilizza questi dispositivi per attività quotidiane, soprattutto in ambito familiare o scolastico.
Chi desidera continuare a usare l’app ufficiale dovrà passare a un iPhone o iPad compatibile con iOS 16 o versioni successive, aggiornando così anche il proprio accesso alle altre applicazioni Google che, nel tempo, seguiranno lo stesso percorso.