Immagina: siamo appena usciti dal Big Bang, il momento zero dell’universo, e tutto quello che conosciamo – stelle, pianeti, anche noi – non esiste ancora. Al loro posto c’è un caos bollente e incredibilmente denso, un brodo primordiale fatto di quark e gluoni, le particelle fondamentali che oggi stanno dentro protoni e neutroni. Questo stato, chiamato quark-gluon plasma, è durato giusto qualche microsecondo, ma in quei brevissimi istanti si sono scritte le prime righe della storia del nostro universo.
Come i fisici italiani stanno decifrando l’istante dopo il Big Bang
Ora, capire come si comportava questo plasma è un bel grattacapo, perché la forza che lega quei quark – la forza nucleare forte – è una specie di rompicapo matematico. Non si fa prendere in giro dai metodi tradizionali, quelli che usiamo per descrivere la gravità o l’elettromagnetismo. È come cercare di risolvere un puzzle con i pezzi che cambiano forma di continuo.
Ecco dove entra in scena il gruppo di ricercatori italiani, che hanno fatto un colpo da maestro. Hanno unito due tecniche super sofisticate: da una parte la “QCD su reticolo”, che trasforma lo spaziotempo in una griglia per studiare le interazioni pezzo per pezzo; dall’altra le simulazioni Monte Carlo, un metodo che fa un uso intelligente della casualità per risolvere problemi altrimenti impossibili.
Combinando questi approcci, sono riusciti a spingersi fino a temperature folli, dai 3 GeV ai 165 GeV – pensa a quasi 2 miliardi di gradi Kelvin! – temperature così estreme che neanche i nostri acceleratori più potenti possono toccare.
La sorpresa? Anche lì, in quel caldissimo caos, i quark e i gluoni non si sono mai comportati come se fossero liberi di fare quello che volevano. La forza nucleare forte continuava a tenerli saldamente incollati, molto prima di quanto immaginassimo. Insomma, questa forza era davvero la vera protagonista fin dai primissimi attimi dopo il Big Bang.
Questi risultati non solo ci aiutano a capire meglio la nascita dell’universo, ma sono anche una dimostrazione di come la scienza moderna, con computer super potenti e metodi innovativi, riesca a scavare sempre più a fondo nei misteri della natura. Certo, c’è ancora tanta strada da fare, ma intanto possiamo dire che stiamo facendo passi da gigante per capire davvero da dove veniamo.