Pornhub chiude i battenti in Francia (e no, non è uno scherzo).
A partire da oggi, se ti trovi in Francia e provi ad aprire Pornhub o uno degli altri siti del gruppo Aylo (tipo YouPorn o RedTube), ti troverai davanti… un dipinto. Sì, hai letto bene. Non una schermata d’errore o un avviso, ma “La Libertà che guida il popolo” di Delacroix. Perché? Beh, il gruppo ha deciso di protestare contro una nuova legge francese che richiede una verifica dell’età molto più severa per accedere ai contenuti per adulti. E secondo loro, è troppo.
Controlli età severi in Francia minacciano il business di Pornhub
La Francia, che per Aylo è il secondo mercato dopo gli Stati Uniti, ha imposto l’obbligo di impedire l’accesso ai minori tramite sistemi più stringenti del solito “clicca se hai più di 18 anni”. Peccato che i metodi richiesti — tipo fornire documenti d’identità o carte di credito — siano considerati dall’azienda invasivi e pericolosi per la privacy.
In pratica, Aylo dice: “Ok a proteggere i minori, ma non costringendo la gente a dare informazioni così sensibili per vedere un video”. Il punto, secondo loro, è che la verifica dell’età andrebbe fatta a livello di dispositivo, non di singolo sito. In effetti, Apple, Google e Microsoft hanno già strumenti per gestire questo tipo di controllo. Ma intanto, in Francia, i siti rimangono inaccessibili.
La ministra per l’uguaglianza di genere Aurore Bergé ha risposto con un secco “au revoir” su X (l’ex Twitter), dicendo che “così ci sarà meno pornografia violenta e umiliante accessibile ai minori”. Diciamo che non sembra molto dispiaciuta.
Il dibattito però non si ferma qui, anzi: in tutta Europa si sta parlando di come regolamentare l’accesso ai contenuti per adulti. Con il Digital Services Act e il futuro Portafoglio Europeo di Identità Digitale, si sta cercando una via che protegga davvero i minori senza spiattellare i dati personali di chi è maggiorenne. Anche l’Italia è coinvolta: Agcom sta testando un sistema open source per dimostrare l’età senza dire chi sei.
Insomma, è un tema delicato: privacy, sicurezza, libertà individuale, tecnologia, tutto insieme. E se pensi che sia solo una questione francese, ripensaci: Aylo ha già chiuso i battenti in alcuni stati americani per proteste simili, e nel Regno Unito stanno partendo controlli ancora più rigidi. A luglio, ad esempio, i siti dovranno forse usare perfino il riconoscimento facciale per far passare gli utenti.
Nel frattempo, Aylo perde milioni di visite giornaliere — solo dalla Francia erano circa 7 milioni al giorno — e si gioca una bella fetta del suo modello di business, tutto basato sull’accesso libero e immediato.
Vedremo chi cederà per primo: i governi o i colossi dell’intrattenimento per adulti. Ma una cosa è certa: il web come lo conoscevamo sta cambiando, anche dove non ce lo aspettavamo.