Dal plastico al plasma: il prototipo 3D del reattore NSTX-U

Un laboratorio usa la stampa 3D per prototipare un reattore a fusione, accelerando la ricerca sull’energia pulita e sostenibile.

Un laboratorio usa la stampa 3D per prototipare un reattore a fusione, accelerando la ricerca sull’energia pulita e sostenibile.

Nel cuore del New Jersey, c’è un gruppo di ingegneri che sta cercando di costruire il futuro dell’energia… con la plastica e una stampante 3D. No, non è l’inizio di un episodio di “MythBusters”, ma una storia vera che arriva dal Princeton Plasma Physics Laboratory, un laboratorio che lavora alla fusione nucleare – quella che imita il Sole per produrre energia pulita, inesauribile e (si spera) senza rischi.

 

Il modello 3D che accelera la fusione nucleare

Il loro progetto principale si chiama NSTX-U – un nome complicato per un’idea piuttosto affascinante: costruire un piccolo reattore a forma di ciambella (tecnicamente si chiama “tokamak sferico”) che riesca a mantenere un plasma incandescente a temperature più alte di quelle del Sole. E lo fa grazie a un sistema magnetico potentissimo.

Ma qui arriva la parte interessante. In attesa del “vero” magnete, che nel frattempo stanno costruendo in Spagna pezzo per pezzo, gli ingegneri americani hanno pensato: perché non usare una stampante 3D per creare una copia in plastica e iniziare a fare le prove? Ed è proprio quello che hanno fatto. Hanno stampato un modello alto un metro e largo 60 cm, fedele al millimetro, con tanto di spazi per i condotti d’acqua, i supporti e perfino le piastrelle protettive che serviranno a rivestire l’interno del reattore.

E sai cosa? Funziona. “Se lo dipingessimo, sembrerebbe la macchina vera”, ha detto Tom Jernigan, uno dei responsabili. Questo approccio sta facendo risparmiare tempo, denaro e soprattutto errori. Gli ingegneri possono letteralmente provare il montaggio come se fosse un LEGO gigante prima di toccare i materiali veri, che costano decisamente di più e non ammettono sbagli.

Nel frattempo, in Spagna, il vero magnete prende forma. Viene costruito come se fosse una torta in quattro spicchi: ogni parte viene avvolta in fibra di vetro, resinata e poi unita alle altre in un unico blocco. Anche lì, i prototipi stampati hanno fatto la differenza, permettendo di testare ogni passaggio in sicurezza.

Una volta finito, questo enorme magnete – chiamato TF-OH – sarà spedito negli Stati Uniti e installato nel reattore NSTX-U. Lì, inizieranno i test che ci diranno se davvero questa tecnologia può diventare la base delle centrali a fusione del futuro.

Insomma, a volte per arrivare alle stelle… si parte da una stampante sul tavolo.

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