Dal MIT un salto di velocità per i computer quantistici

Il MIT crea un circuito quantistico che accelera la lettura dei qubit di 10 volte, spingendo avanti la computazione quantistica.

Il MIT crea un circuito quantistico che accelera la lettura dei qubit di 10 volte, spingendo avanti la computazione quantistica.

La corsa alla computazione quantistica non è solo roba da fisici con lavagne piene di simboli strani: è una delle sfide più affascinanti e concrete del nostro tempo. E oggi, dal MIT, arriva una novità che potrebbe cambiare davvero le regole del gioco. Si chiama quarton coupler, ed è un nuovo circuito quantistico che promette di rendere i computer quantistici fino a 10 volte più veloci. Dieci volte. Non male, vero?

 

Il nuovo circuito del MIT spinge oltre i limiti dei qubit

Ma facciamo un passo indietro. Il problema dei computer quantistici – quelli veri, non quelli da laboratorio con una manciata di qubit – è che sono lentissimi… rispetto a quanto tempo dura il “momento magico” in cui i loro qubit riescono a fare i calcoli. Quel momento si chiama tempo di coerenza, e passa in un lampo. Gli scienziati devono quindi correre: completare operazioni complesse e correggere errori prima che tutto svanisca.

Ed è qui che entra in scena il quarton coupler. Il team del MIT, guidato dal dottorando Yufeng “Bright” Ye e dal prof. Kevin O’Brien, ha progettato un circuito superconduttore che permette una comunicazione molto più forte tra luce e materia. Per capirci: in un test con due qubit, uno che simula un atomo e l’altro un risonatore, il nuovo sistema ha permesso una lettura dello stato quantistico più precisa e incredibilmente più rapida rispetto a quanto visto finora.

La chiave? Un’interazione “non lineare” tra fotoni e qubit, che potenzia l’efficacia delle operazioni quantistiche e apre la strada a sistemi fault-tolerant – quelli che riescono a correggere i propri errori prima di perdere dati.

In più, il quarton coupler sembra anche migliorare l’interazione diretta tra qubit, che è un altro tassello fondamentale per costruire processori quantistici più grandi e realmente utilizzabili.

Ora l’obiettivo è integrare questo componente in un’architettura completa, con filtri e circuiti avanzati. L’idea? Un sistema di lettura veloce, preciso, scalabile. Il tutto documentato in uno studio pubblicato su Nature Communications. Insomma, il futuro quantistico potrebbe essere un po’ più vicino di quanto pensassimo… e decisamente più veloce.

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