Negli Stati Uniti sta prendendo forma una collaborazione promettente tra due protagonisti del settore dell’energia avanzata. Ovvero la Pacific Fusion Corporation e la General Atomics. Al centro del loro progetto comune c’è un modulo pulsato di nuova generazione, pensato per accumulare e poi rilasciare energia elettrica sotto forma di impulsi estremamente potenti e precisamente controllati. Tale dispositivo rappresenta un passo audace verso la possibilità concreta di ottenere la fusione nucleare con un alto rendimento energetico. Superando la soglia dei 100 megajoule all’interno di contenitori di combustibile di dimensioni ridotte.
Nuova opzione per la fusione nucleare
Il centro del sistema è un generatore Marx ad impedenza adattata (o IMG, dall’inglese Impedance-Matched Marx Generator). Quest’ultimo è stato sviluppato da Pacific Fusion. Combinando molti di tali moduli si crea quello che l’azienda definisce un pulser. Si tratta di un meccanismo in grado di generare correnti elettriche di enorme intensità. Necessarie per comprimere un bersaglio di combustibile e ricreare le condizioni estreme richieste per la fusione.
Keith LeChien, cofondatore e Chief Technology Officer di Pacific Fusion, ha spiegato che tale nuova architettura modulare consente una produzione seriale a costi relativamente bassi. Inoltre, rappresenta la più alta densità di potenza mai raggiunta in un sistema di fusione. L’obiettivo è arrivare a costruire impianti in grado di fornire energia e calore in modo continuo e stabile. Oltre che economicamente sostenibile.
Ogni singolo modulo sarà capace di emettere, in un solo impulso di brevissima durata, una potenza di picco pari a circa 2 terawatt. Una cifra impressionante, equivalente a circa quattro volte la potenza media distribuita quotidianamente da tutta la rete elettrica statunitense. Tutto ciò, racchiuso in una struttura delle dimensioni di un container marittimo. Per il primo impianto dimostrativo, che punta a ottenere un guadagno netto di energia, saranno assemblati circa 150 di tali moduli.
Anche General Atomics porta in dote competenze strategiche fondamentali. Il Dr. Anantha Krishnan, vicepresidente senior del settore energia dell’azienda, ha sottolineato l’importanza dell’esperienza accumulata in decenni di ricerca sulla fusione. In particolare, nella gestione del DIII-D National Fusion Facility, uno dei principali progetti del Dipartimento dell’Energia. Tale bagaglio tecnico e scientifico sarà ora messo al servizio della partnership con Pacific Fusion, con l’obiettivo di accelerare lo sviluppo e la sperimentazione della nuova tecnologia per la fusione nucleare.