Autovelox non omologati: bilanci comunali a rischio

Comuni in crisi, stop agli autovelox irregolari mette a rischio milioni di euro. Corsa contro il tempo per adeguarsi.

Autovelox non omologati: bilanci comunali a rischio

La sospensione del decreto autovelox da parte del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha portato scompiglio tra i comuni italiani. L’intervento, generato per garantire maggiore trasparenza nell’uso degli apparecchi di rilevamento, rischia di mettere a dura prova i bilanci comunali. Ciò vale soprattutto nei piccoli centri che fanno affidamento economico sulle multe. Il Codacons ha lanciato l’allarme: l’assenza di omologazione degli autovelox potrebbe generare un vuoto di entrate da milioni di euro. L’associazione denuncia  infatti come il 59,4% dei dispositivi fissi sulle strade italiane sia stato installato prima del 2017, prima della regolarità degli apparecchi. La sentenza della Cassazione ha  dichiarato fuorilegge gli strumenti non omologati, facendo così temere per un crollo degli incassi da multe. Solo nelle grandi città, il rischio supera i 40 milioni di euro all’anno. La situazione appare critica e i comuni attendono con ansia un nuovo decreto sugli autovelox che sani la situazione.

Le nuove regole: meno autovelox, più trasparenza

Il decreto ministeriale dell’11 aprile 2024 ha introdotto criteri più rigorosi per l’utilizzo degli autovelox. Entro il 12 giugno, i comuni dovranno adeguarsi, pena l’invalidazione delle sanzioni elevate con apparecchi irregolari. Tra le novità spicca la necessità di individuare i tratti stradali idonei attraverso un provvedimento prefettizio, basato su criteri di incidentalità e difficoltà di contestazione immediata. Inoltre, la normativa impone una distanza minima tra i dispositivi: 4 chilometri in autostrada, 3 sulle strade extraurbane principali e 1 chilometro nelle aree urbane. La collocazione su strade urbane di scorrimento è consentita solo se il limite di velocità non scende sotto i 50 km/h. Questo metodo mira a ridurre l’uso indiscriminato degli autovelox, scoraggiando i cosiddetti “furbetti dell’autovelox” che sfruttano i dispositivi per incrementare le entrate comunali.

La sospensione del decreto sugli autovelox ha sollevato dubbi e paure anche tra le amministrazioni locali. Il Codacons si mostra più preoccupato per il crollo delle entrate che per la tutela degli automobilisti. La richiesta del ministro Salvini di un censimento nazionale degli apparecchi non ha fatto che aumentare l’incertezza. Mentre si attende una soluzione definitiva, molti comuni si trovano in difficoltà a causa della dipendenza economica dagli incassi delle multe degli autovelox. Alcuni temono di dover fare i conti con un crollo finanziario improvviso. La situazione resta tesa. Amministratori e cittadini osservano con apprensione l’evolversi degli eventi.

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