Con l’arrivo ormai imminente di Android 16, previsto per giugno 2025, emergono nuovi dettagli su una funzione inedita che promette di migliorare ulteriormente la sicurezza degli smartphone. Dopo aver introdotto strumenti contro i furti e la protezione avanzata, Google sta lavorando a una funzione chiamata Intrusion Detection, rilevata nel codice della beta 25.18.31 dei Google Play Services.
Questa nuova opzione terrà traccia delle attività più delicate svolte sul telefono, ma non nel modo invasivo che si potrebbe pensare. Tutti i dati verranno salvati in un registro criptato e archiviati in modo sicuro su Google Drive, accessibile soltanto tramite le credenziali personali dell’account e lo sblocco del dispositivo.
Cosa monitora il nuovo sistema di Android
Il registro delle attività comprenderà informazioni importanti che potrebbero corrispondere anche a pericoli sensibili, esattamente come mostra l’elenco qui in basso:
connessioni USB;
installazioni di app;
dispositivi Bluetooth connessi;
uso della schermata di blocco;
connessioni Wi-Fi;
cronologia di navigazione.
Il monitoraggio sarà attivo solo se il sistema rileva comportamenti sospetti, ma i dati raccolti potranno essere consultati direttamente dall’utente per capire se il proprio telefono è stato compromesso.
Google specifica che il contenuto del log sarà crittografato end-to-end, quindi nemmeno l’azienda potrà accedervi. Questo livello di protezione è pensato per chi lavora in ambiti in cui la riservatezza è fondamentale, ma sarà utile anche per chi vuole semplicemente una maggiore consapevolezza su ciò che accade sul proprio dispositivo.
Solo su Android 16, almeno per ora
La funzione sarà esclusiva di Android 16 e non dovrebbe arrivare sulle versioni precedenti del sistema operativo. Con questa novità, Google prova a colmare il divario con iOS in termini di fiducia sulla privacy, puntando su strumenti concreti e trasparenti. Rispetto ad Apple, che offre una protezione più “invisibile”, Android sceglie di mettere in mano all’utente un controllo diretto. Si tratta quindi dell’ennesima innovazione che Android vuole introdurre per rendere il suo sistema operativo impeccabile.