Un tweet ironico ha scatenato una piccola bufera in casa Microsoft. Merill Fernando, product manager dell’azienda, ha pubblicato sul suo profilo X una frase che ha fatto discutere: “Se Ballmer fosse ancora CEO, sarei licenziato per questo tweet”, accompagnata da una foto diventata virale in rete. Ma la parte più rilevante del messaggio è stata un’altra: ha ammesso di preferire il Mac a Windows 11.
Un commento ironico che ha acceso il dibattito
Il post, che all’apparenza poteva sembrare una semplice battuta, è stato interpretato da molti come una critica diretta al sistema operativo di Microsoft. La foto in questione, quella all’interno del post rappresenta infatti Katy Perry che bacia il pavimento dopo il suo viaggio nello spazio. L’interpretazione è stata il ritorno da una situazione poco piacevole, con il post che ha portato a centinaia di migliaia di visualizzazioni e tantissimi like.
Il Mac come strumento principale, anche in Microsoft
Fernando ha poi spiegato che usa un MacBook aziendale e un Mac Studio personale per i suoi progetti, che includono podcast, newsletter e software open-source. Nonostante lavori in Microsoft, ha scelto di affidarsi all’ecosistema Apple per gran parte delle sue attività quotidiane.
Per accedere ai servizi aziendali, si connette in remoto con DevBox e utilizza l’app Windows per macOS. Quando ha bisogno di un ambiente Windows vero e proprio, si affida a Parallels, una soluzione che permette di creare macchine virtuali all’interno di macOS.
Produttività tra Raycast e browser
Tra gli strumenti che considera indispensabili c’è Raycast, un’app che gli permette di gestire tutto in modo rapido e personalizzabile: da Teams a Outlook, passando per VSCode, Terminale e altre applicazioni. Per la navigazione, adotta una doppia strategia: Edge per il lavoro e Arc per l’uso personale.
Il suo caso non è isolato, ma resta comunque sorprendente vedere un manager di Microsoft elogiare pubblicamente i prodotti Apple. Un gesto che dice molto, non solo sulle sue preferenze, ma anche sul cambiamento culturale in atto in aziende tech che fino a pochi anni fa si muovevano secondo regole molto più rigide.