giovedì, Maggio 8, 2025

Autovelox nel mirino: quanti sono davvero regolari?

Il governo avvia un censimento nazionale per mappare e verificare tutti gli autovelox attivi sulle strade italiane.

Il governo avvia un censimento nazionale per mappare e verificare tutti gli autovelox attivi sulle strade italiane.

Avete mai avuto il sospetto che gli autovelox spuntino come funghi, un giorno sì e l’altro pure? Non siete i soli. Anche il ministro Matteo Salvini sembra aver avuto la stessa impressione, al punto da chiedere una vera e propria “operazione trasparenza”. Il problema? Nessuno sa con certezza quanti autovelox ci siano sulle strade italiane. E soprattutto, quanti siano davvero omologati secondo le regole.

 

Via all’operazione trasparenza sugli autovelox

Così, qualche settimana fa, durante un question time alla Camera, Salvini ha annunciato la volontà di fare una grande ricognizione: contare quanti dispositivi ci sono, dove si trovano e se sono tutti in regola. Per farlo, ha scritto direttamente al ministro dell’Interno Piantedosi e al presidente dell’ANCI, l’Associazione dei Comuni italiani, chiedendo una mano per scovare ogni singolo autovelox attivo sul territorio.

L’obiettivo è piuttosto chiaro: raccogliere dati, verificare se ci sono apparecchi fuori norma e, con queste informazioni alla mano, aggiornare le regole di omologazione in modo che siano più efficaci – e magari anche più giuste. Insomma, non si tratta solo di sapere dove stanno i radar, ma di capire se stanno davvero facendo il loro lavoro in modo trasparente, nell’interesse della sicurezza stradale (e non solo delle casse comunali).

E pare che qualcosa si stia già muovendo. Una circolare del Ministero dell’Interno, datata 16 aprile, ha dato ufficialmente il via al “censimento” degli autovelox. Le prefetture sono state incaricate di raccogliere i dati dai vari enti locali – forze dell’ordine escluse, però: niente Polizia di Stato per ora – e di inviarli entro il 31 maggio.

Nel frattempo, l’ANCI non è rimasta a guardare: ha già messo online un modulo da compilare entro il 28 aprile. Entro fine mese, quindi, i Comuni dovranno fare i compiti a casa e dichiarare quanti dispositivi usano e in che condizioni si trovano.

Ora resta da vedere cosa emergerà da questo censimento. Troveremo una giungla di radar spuntati senza controlli o scopriremo che è tutto sotto controllo? Una cosa è certa: stavolta il velo (anzi, l’autovelox) potrebbe davvero cadere.

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