giovedì, Marzo 20, 2025

Dalla luce al supersolido: la nuova frontiera della materia

I ricercatori del CNR hanno trasformato la luce in un "supersolido", aprendo nuove possibilità per la fisica quantistica e la tecnologia.

di Margherita Zichella

I ricercatori del CNR hanno trasformato la luce in un "supersolido", aprendo nuove possibilità per la fisica quantistica e la tecnologia.

Trasformare la luce in un solido? Sembra fantascienza, e invece è quello che sono riusciti a fare i ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Un risultato che non solo apre nuove prospettive sulla fisica quantistica, ma potrebbe anche portare a innovazioni sorprendenti nel mondo della tecnologia.

 

La luce diventa un supersolido

Ma facciamo un passo indietro: cosa significa esattamente trasformare la luce in un “supersolido“? Per capirlo, bisogna pensare a un materiale che, allo stesso tempo, si comporta come un solido e come un fluido privo di viscosità. Una sorta di paradosso della materia, che fino ad ora era stato osservato solo in condizioni sperimentali estreme, con atomi raffreddati a temperature vicine allo zero assoluto. Il team del CNR, invece, è riuscito a ottenere lo stesso risultato con un metodo completamente diverso.

Il segreto sta in un particolare tipo di semiconduttore, una combinazione di arseniuro di gallio e alluminio. Illuminando questo materiale con un laser, i ricercatori hanno creato delle particelle ibride chiamate polaritoni, che si comportano in modo quantistico e, grazie a una struttura appositamente progettata, si sono organizzati spontaneamente in uno stato di supersolido. Un risultato mai ottenuto prima e che potrebbe cambiare il modo in cui studiamo la materia.

Ovviamente, non è stato un esperimento semplice. Per dimostrare di aver realmente creato un supersolido di luce, il team ha dovuto effettuare misurazioni estremamente precise e confermare che questo materiale mostrasse contemporaneamente le proprietà di un solido e di un fluido senza attrito. Un lavoro che, secondo gli stessi ricercatori, apre la porta a nuove scoperte e possibili applicazioni.

A rendere il tutto ancora più interessante è il fatto che questo approccio potrebbe rivelarsi molto più gestibile rispetto ai supersolidi basati sugli atomi. Se confermato, potrebbe offrire un nuovo modo per studiare gli stati quantistici della materia e magari portare a tecnologie che oggi possiamo solo immaginare. Insomma, siamo solo all’inizio, ma questa scoperta potrebbe riservarci sorprese incredibili nei prossimi anni.

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