L’intelligenza artificiale sta dimostrando il suo potenziale evolvendosi e diffondendosi in numerosi settori. A tal proposito, diverse aziende stanno investendo nell’AI introducendo sul mercato nuovi modelli pronti a scontrarsi con la concorrenza. Eppure, sono ancora molti i dubbi che emergono riguardo tale tecnologia. In Italia, ad esempio, il suo impatto è ancora limitato da diffidenze e incertezze. Anche se tale tecnologia è ormai integrata in molti aspetti della quotidianità il suo utilizzo nel nostro Paese rimane circoscritto. E spesso accompagnato da una percezione negativa.
Perché l’Italia ha molti dubbi sull’intelligenza artificiale?
Secondo recenti studi, quasi la metà degli italiani non usa strumenti basati sull’AI. In molti temono che lo sviluppo di tale tecnologia stia avvenendo troppo rapidamente. A tal proposito, un tema centrale è la fiducia. Il 25% degli italiani dichiara di non sentirsi sicuro nel condividere dati personali con i chatbot. Inoltre, solo una minoranza usa regolarmente l’AI per scopi lavorativi, accademici o ricreativi. Tale atteggiamento è influenzato dalla percezione del rischio. Quest’ultimo legato alla sicurezza e alla privacy dei dati. Un argomento che alimenta il dibattito sulla regolamentazione. Oltre che sull’etica dell’AI. Inoltre, risulta sempre più difficile distinguere i contenuti generati dall’intelligenza artificiale da quelli autentici. Ciò soprattutto in relazione alla disinformazione e ai deepfake.
Oltre le attuali resistenze, emergono alcuni cambiamenti. Il 27% degli italiani, soprattutto tra giovani e professionisti, è interessato ad approfondire le conoscenze sull’intelligenza artificiale. Ciò riconoscendo l’importanza di adattarsi a un futuro più tecnologico. Per favorire una diffusione più capillare e consapevole, è necessario però superare alcune barriere culturali e informative. Educare le persone sui benefici dell’AI e sui modi per utilizzarla in modo sicuro potrebbe ridurre le diffidenze. Incentivando così un’adozione più inclusiva. In tale ottica, investire nella formazione, nella sicurezza e nella trasparenza potrebbe rappresentare la chiave per rendere l’AI un alleato prezioso per tutti i cittadini.