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Prima di vincere il premio Nobel, Rita Levi Montalcini ebbe una brutta vicenda all’università.

Chi era Rita Levi Montalcini?

Rita Levi Montalcini è stata una delle figure più importanti della ricerca scientifica italiana, l’unica donna nel nostro paese ad aver ricevuto il premio Nobel per la medicina, vinto nel 1986, grazie alle sue scoperte relative alla crescita delle fibre nervose negli embrioni di pollo.

Quando iniziò il tutto?

Nel 1938, perse il posto nel dipartimento di anatomia dell’università di Torino e rischiò anche di essere sfrattata di casa, in quanto ebrea. La Montalcini quell’anno si trovò così costretta a svolgere le primissime ricerche sugli embrioni di pollo all’interno delle sua cameretta, in modo tale da possedere dei dati che potessero sembrare appetibili alla commissione giudicatrice dell‘Università di Bruxelles, che in quel periodo stava ospitando molti scienziati europei provenienti dall’Italia e dalla Germania. La neurologa scelse il Belgio anche perché in questo paese risiedeva sua sorella Anna, insieme a tutta la famiglia, e il suo antico maestro Giuseppe Levi , che l’aveva instradata alla neurologia. Giunta in Belgio, la Montalcini continuò così a svolgere le sue ricerche e migliorò le tecniche che gli consentirono di capire come si sviluppano i neuroni, identificando il fattore di crescita neuronale, noto alla scienza come FCN. Questa molecola è molto importante anche per lo stato di salute e il ringiovanimento del nostro cervello e per questa ragione la Montalcini ebbe come premio il premio Nobel.

A cosa sono servite le sue scoperte?

Le sue scoperte sono state fondamentali per il progresso scientifico, non tutti sanno che trovò all’inizio grandi difficoltà nel svolgere il suo lavoro, visto che all’epoca della sua giovinezza le donne venivano discriminate pesantemente all’interno degli ambienti accademici e il fascismo cominciò ad applicare in Italia le leggi razziali, condannando persone come lei di origine ebraica ad espatriare.

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