Bussola: grazie a questa si sfatò un grande mito del passato

Google Maps e Waze ad oggi sono le principali app per l’orientamento. In qualsiasi parte del mondo saremo, grazie a queste troveremo sempre la strada di casa. Almeno che non ci sia la linea per internet, in quel caso bisognerà rispolverare le vecchie care mappe e bussola. A proposito, sapete quale era lo scopo di quest’ultima in passato?

Bussola: la teoria sulla presenza della strana isola

Tutto ebbe inizio nel 1569, quando l’esploratore Gerardo Mercatore, noto per aver inventato un sistema di proiezione cartografica detta “proiezione di Mercatore”, inserì nella mappa del mondo un’isola chiamata “Rupes Nigra” (o “roccia nera”) nel mezzo del Polo Nord. Quest’ultima venne posiziona lì poiché si pensava che le bussole puntassero verso nord a causa di un gigantesco magnete – con un diametro di 183 chilometri – posto sull’isola.

Mercatore in una lettera del 1577 spiegò: “Nel mezzo dei quattro paesi è presente un vortice, in cui si svuotano i quattro mari che separano il nord. L’acqua si precipita intorno e scende nella Terra proprio come se la si versasse attraverso un imbuto filtrante. Solo che proprio sotto il Polo giace una Roccia in mezzo al Mare. La sua circonferenza è di quasi 33 miglia francesi, ed è tutta di Pietra magnetica.”

Effettivamente qualcosa di vero c’è nelle parole dell’esploratore e lo confermano delle “testimonianze” di marinai e pescatori, in merito alla roccia magnetica sulla quale “non cresceva nulla”. Nell’incertezza, quell’isola misteriosa venne lasciata sulle mappe europee nel XVII secolo, fino a quando non si scoprì l’esistenza dei campi magnetici. Il funzionamento di questi ultimi sulle bussole ne sfatò ogni mito.

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