Lo scorso undici Luglio il Telescopio Spaziale James Webb ha finalmente raggiunto la piena operatività grazie al dispiegamento totale sia dello scudo termico che degli specchi, procedure che hanno consentito al telescopio di raggiungere i meandri dello spazio e di iniziare a vedere, tutto merito dello spettro che prende in esame, ovvero l’infrarosso, il quale grazie alla sua bassa frequenza riesce a oltrepassare meglio gli ostacoli consentendo al telescopio di cogliere particolari che nello spettro del visibile sarebbero nascosti.

Hubble a differenza di Webb basava il proprio funzionamento proprio sull’osservare nello spettro del visibile, ciò teneva nascosti molti dettagli, che invece Webb, grazie anche alla propria posizione nel punto di Lagrange numero 2 che gli permette di vedere molto più lontano senza l’interferenza del Sole, fonte di infrarossi di disturbo immensa.

 

Hubble vs Webb

Nebulosa della Carena

Si tratta di una delle più grandi nebulose visibili, anche ad occhio nudo prettamente però nell’emisfero australe del nostro pianeta, qui si formano le stelle dopo che le polveri stellari collassano per effetto gravitazionale, si trova a 7900 anni luce dalla Terra, l’infrarosso delle stelle in formazione penetra più facilmente la coltre di polveri e dunque rende visibili dettagli incredibili.

Quintetto di Stephan

L’immagine mostra cinque galassie di cui una ingrandita per effetto lente gravitazionale, mentre con Hubble queste sembravano circondare dall’oscurità, ora possiamo vedere come siano un teatro di formazioni stellari.

Nebulosa Anello del Sud

Nebulosa figlia dei resti di una stella defunta non collassata in un buco nero per forza gravitazionale, i dettagli legati all’emissione di gas e polveri sono impressionanti.

SMACS 0723

Visione dello spazio profondo che ci consente di guardare una luce emessa ben 4,6 miliardi di anni fa, la più lontana e dunque anche la più vicina al Big Bang che la Terra abbia mai visto.

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