Chip sotto pelle: a breve si pagherà avvicinando la mano a un lettore contactless

Altro che Ken umano, qui siamo di fronte ad un vero e proprio uomo robot del ventunesimo secolo! Il suo nome è Patrick Paumen, ha 38 anni e 32 chip sotto pelle tra impianti magnetici ed RFID. Uno di questi, incredibile ma reale, serve per effettuare pagamenti avvicinando la mano sinistra a un lettore contactless senza l’utilizzo di carte di credito fisiche. L’informatico olandese ha così deciso di vivere la sua vita completamente all’insegna della tecnologia. Questione di gusti!

Chip sotto pelle: il racconto in prima persona di Paumen

Il cyborg Paumen, come si definisce nella descrizione del suo profilo Twitter, ha raccontato alla BBC: “Le reazioni che noto alla cassa (avvicinando la mano al POS, ndr) non hanno prezzo”, spiegando che l’installazione di un chip sottocutaneo provoca lo stesso fastidio di un pizzico. Secondo un sondaggio condotto su 4.000 europei, il 51% degli intervistati sarebbe disposto all’installazione sotto pelle. 

“Gli impianti contengono le stesse tecnologie che utilizziamo quotidianamente. […] I chip RFID vengono già utilizzati per gli animali domestici così da identificarli quando si smarriscono. Ma non è possibile localizzarli utilizzando un RFID: l’animale scomparso deve essere rintracciato fisicamente affinché gli si scansioni il corpo alla ricerca del chip. […] L’impianto deve trovarsi nelle prossimità del campo magnetico generato da un lettore RFID (o NFC, ndr): solo quando avviene l’accoppiamento magnetico tra il lettore e il trasponder del chip l’impianto può essere letto”, ha spiegato Paumen.

Nel bel mezzo delle opinioni contrastanti, vi lasciamo con un punto di domanda posto da Nada Kakabadse, professoressa di politica, governance ed etica alla Henley Business School della Reading University. “C’è un lato buio della tecnologia che potenzialmente favorisce gli abusi. Chi possiede i dati, chi ne ha accesso? Ed è etico chippare le persone come facciamo con gli animali domestici?

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