Facebook sta consentendo ai suoi utenti – sia sulla piattaforma principale che su Instagram – di pubblicare post con l’intento di scontrarsi con la Russia e invocare la morte di Putin.

Meta, società madre delle due piattaforme, sta cambiando la sua politica di incitamento all’odio in seguito ai numerosi post contro Putin. I post che chiedono a gran voce la morte di Putin, o del presidente bielorusso Lukashenko, saranno esplicitamente inseriti tra i post accettati dall’algoritmo. Tali post non saranno ammessi solo se includono suggerimenti di minacce reali. In alcune mail trapelate tra i moderatori dell’azienda pare che sia precisato che i post contenenti queste forme di minaccia, se riferiti a quanto sta accadendo in Ucraina, saranno consentiti senza alcuna censura.

Facebook prende una posizione: consentiti i post contro Putin e la Russia

Le modifiche temporanee alle politiche avranno luogo nei seguenti Paesi: Lettonia, Lituania, Estonia, Polonia, Slovacchia, Ungheria, Romania, Russia e Ucraina. Molte delle principali piattaforme di social media stanno annunciando nuove restrizioni in seguito al conflitto in Ucraina. Alphabet, ad esempio – società madre di YouTube e Google Play – si è unita a Twitter per sospendere i propri servizi in Russia.

La scorsa settimana, la Russia ha dichiarato che avrebbe vietato l’uso di Facebook in risposta a quelle che riteneva fossero restrizioni da parte dell’azienda nei confronti dei media statali. Mosca, inoltre, ha represso le piattaforme, in particolare Twitter, ma alcune hanno trovato un modo alternativo per consentire l’accesso tramite il browser Tor. Infine, anche i giornalisti rischiano la prigione tutti i giorni se segnalano qualcosa di diverso dalla linea ufficiale imposta dal Cremlino.

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