Il Bitcoin dopo essere attaccato dalla Cina è di nuovo sotto osservazione e questa volta è proprio L’Iran a bloccare il mining della criptovaluta. Una doccia fredda che ha costretto le farm e anche i privati a bloccare la produzione della criptomoneta più famosa del Mondo. La decisione è stata annunciata attraverso la TV dal presidente iraniano, Hassan Rouhani, con la quale è stata bloccata la possibilità di utilizzare l’energia elettrica per il mining.
Facendo un rapido calcolo un solo antminer (macchina utilizzata per minare Bitcoin) può utilizzare ben 4 Kwh e quindi molto più di una singola abitazione che regolarmente anche con 2 condizionatori accesi arrivare ad un massimo di 2Kwh. Un vero e proprio problema che ha costretto il presidente dell’Iran a vietare il mining ai 50 centri sparsi in 14 di 31 province che consumano complessivamente 209 MW di elettricità.
Purtroppo in Iran l’85% del mining complessivo iraniano è illegale ed è spinto dalle tariffe agevolate sull’elettricità. Con il prezzo attuale del Bitcoin il mining è davvero redditizio anche se il Paese sta soffrendo la mancanza di energia e proprio lo stesso governo ha arruolato delle spie per mettere fine al mining illegale.